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Nasce la Banca dati italiana del Dna "Sarà strumento contro il terrorismo"

Il via libera è arrivato dal Consiglio dei ministri: la struttura servirà per combattere il crimine ma anche per la ricerca di persone scomparse. Alfano: "Uno strumento di formidabile potenza"

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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all'istituzione in Italia della Banca dati nazionale del Dna. Approvato un decreto concernente "il regolamento che disciplina l`istituzione, il funzionamento e l'organizzazione della Banca dati del Dna e del Laboratorio centrale". Si disciplina inoltre lo scambio dei dati sul Dna per le finalità di cooperazione transfrontaliera soprattutto nella lotta al terrorismo e alla criminalità internazionale.

La banca dati nazionale del Dna, secondo il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, "è uno strumento di formidabile potenza dal punto di vista informatico. Oggi abbiamo realizzato un passo in avanti che ha pochi precedenti in Europa e che consentirà l'archiviazione dei dati dal punto di vista scientifico del Dna che saranno importantissimi sia nella lotta al terrorismo che nella lotta alla criminalità organizzata e al contrasto dell'immigrazione irregolare".

La Banca dati del Dna si occuperà anche di facilitare le attività di identificazione delle persone scomparse, e avrà sede presso il Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Ministero dell'interno, mentre il Laboratorio centrale sarà presso il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria - Direzione generale dei detenuti e del trattamento, del Ministero della giustizia.

Il Regolamento stabilisce le tecniche e modalità di acquisizione dei campioni biologici, di gestione e tipizzazione dei profili del DNA, nonché di alimentazione della Banca dati, di trattamento e di accesso per via informatica e telematica ai dati raccolti nella Banca dati e nel Laboratorio centrale. Vengono inoltre disciplinate le tecniche e modalità di analisi dei campioni biologici e dei profili di Dna estratti, e stabiliti i tempi di conservazione dei campioni biologici e dei profili del Dna estratti.

La cancellazione dei profili del Dna e la distruzione dei campioni biologici è prevista solo in determinati casi: in seguito a un'assoluzione con sentenza definitiva perché il fatto non sussiste, perché l'imputato non lo ha commesso, perché il fatto non costituisce reato; in seguito all'identificazione del cadavere o dei resti o al ritrovamento della persona scomparsa; quando le operazioni di prelievo sono state compiute in violazione alle norme.

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