Intelligenza artificiale e big data. Questi i temi su cui si concentra la quarta puntata de "La Città della Scienza", la nuova rubrica settimanale di Tgcom24 propedeutica al grande evento EuroScience Open Forum (Esof) 2020 (che si terrà dal 2 al 6 settembre a Trieste). Il nuovo appuntamento, andato in onda sabato 8 agosto alle 16.45, ruota attorno a una domanda: Un algoritmo ci salverà o ci sostituirà?
Ospiti della quarta puntata de "La Città della Scienza" Stefano Ruffo, direttore della Sissa (Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati) di Trieste; Emilia Garito, CEO di Quantum Leap ed esperta di intelligenza artificiale e Luca Bortolussi, professore di Informatica all'Università di Trieste.
Intelligenza artificiale e big data: due realtà sempre più vicine - Anche se non ce ne accorgiamo, l'intelligenza artificiale è intorno a noi: nelle nostre case, nei supermercati, nelle aziende, nelle strade. Dalle carte di credito ai telefoni, dalle ricerche online agli acquisti nei centri commerciali. Tutto genera dati. E' proprio grazie all'intelligenza artificiale che riusciamo a districarci in questo insieme di dati. Senza l'intelligenza artificiale i big data non avrebbero senso di esistere, ma allo stesso tempo questi sono la sua linfa vitale.
Big data - "Per la gestione dei big data servono i supercomputer. Questo connette molto bene big data, intelligenza artificiale e supercalcolo, che sono tre facce di una stessa medaglia", afferma Bortolussi, che spiega anche a cosa servono le informazioni che vengono prodotte: "Prendendo i dati e analizzandoli possiamo rispondere a tantissime domande, dai problemi medici ai suggerimenti sul miglior film da vedere la sera e così via. I dati ci permettono di costruire dei modelli intelligenti che predicono e ci guidano nella complessità del mondo in cui viviamo".
Supercomputer, cosa sono? - "Sono di fatto dei grandi computer, strumenti di calcolo che hanno una velocità circa un milione di volte superiore a quella che hanno un nostro telefonino o un computer da tavolo, nonché la capacità di immagazzinare una quantità di dati che è almeno mille volte superiore a quella di un semplice disco rigido (di quelli che compriamo commercialmente) - spiega Ruffo -. Ad esempio, il supercomputer della Sissa, Ulisse, ha una potenza di calcolo di circa 500 teraflops e una memoria di un petabyte, circa mille volte un disco rigido".
"Il supercomputer più potente in Italia - aggiunge - è attualmente quello del Cineca di Bologna, che ha una potenza di calcolo di circa 20 volte quella del nostro. Mentre i progetti europei del calcolo si stanno indirizzando verso la cosiddetta exascale, con potenze di calcolo di circa 100 volte superiori a quelle del supercomputer del Cineca. Sissa, ad esempio, adesso è partner insieme al Cineca del progetto Leonardo, che porterà in Italia uno di questi supercomputer di nuova generazione".
Il ruolo dell'intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni - "L'intelligenza artificiale consente di elaborare in tempi rapidissimi un'enorme mole di dati - spiega Garito -, è un supporto importante per l'uomo. Applicata, ad esempio, al settore medicale può consentire di fare delle analisi diagnostiche molto più accurate e anche di evitare l'errore umano. Grandi potenzialità di cui ci serviamo ogni giorno senza neanche saperlo e che migliorarano - e miglioreranno ulteriormente - la vita professionale e personale di ciascun individuo".
L'intelligenza artificiale potrà, dunque, cambiare la nostra vita? E l'Italia è pronta a questo? "L'intelligenza artificiale sta già cambiando la nostra quotidianità - aggiunge Garito -. Un esempio concreto: a tutti spesso capita di ricevere pubblicità di un prodotto che non sapevamo di voler cercare. Questo perché l'intelligenza artificiale è inserita anche all'interno del nostro telefonino - più che altro dei sistemi e delle app che utilizziamo - e riesce a capire quali sono le nostre preferenze. Si tratta anche di un esempio di come ogni giorno veniamo, in qualche modo, influenzati. Un aspetto negativo da tenere in considerazione e da gestire".
"Penso, infatti, che la grande riflessione da fare sull'intelligenza artificiale sia proprio sulla gestione delle sue stesse potenzialità e sulla programmazione del cambiamento. Perché il cambiamento è programmabile se capiamo dove vogliamo andare e che tipo di ruolo vogliamo avere come Paese Italia nello scenario internazionale. Quindi sì, l'intelligenza artificiale avrà degli impatti sulle nostre vite, ma sta all'uomo capire come: così come programma la stessa intelligenza artificiale deve anche programmarne l'evoluzione, gli impatti e l'utilizzo", conclude.