Nel 2015 il valore della produzione relativa all'industria chimica mondiale è cresciuto arrivando a toccare i 3.300 miliardi di euro. In termini di volumi la crescita è stata del 3,1%, mentre in valore l'aumento è stato limitato dalla discesa dei prezzi.
Negli anni della crisi, si può osservare dalle tabelle contenute nel rapporto L'industria chimica nel mondo e in Italia – redatto da Federchimica – la composizione del valore è cambiata notevolmente: mentre fino a dieci anni fa la quota maggiore del valore dell'industria chimica era generata dai Paesi avanzati, con quasi il 75% contro il 25% dei Paesi emergenti, dal 2011 in poi la situazione si è invertita.
Ad oggi, la quota maggioritaria del valore generato dalla chimica è relativo alla produzione dei Paesi emergenti, il 56%. La Cina, con una quota del 34% risulta il primo produttore mondiale e, nonostante un rallentamento rispetto all'anno precedente, anche nel 2015 ha registrato una notevole crescita della produzione: +5,7%, contro il +8,6% del 2014.
Anche nei Paesi avanzati la produzione chimica si conferma in crescita ma con velocità assai diverse per i due principali attori in campo: gli Stati Uniti e l'Unione europea.
Mentre al di là dell'oceano il valore della produzione industriale chimica è cresciuto del 3,7%, in Europa si è registrato un più lieve +0,6%.
E in Italia? Nel nostro Paese la produzione ha messo a segno un +1%. Un segnale particolarmente positivo arriva però dal mercato interno, tornato a crescere (+1,3%) per la prima volta dall'inizio della crisi economica. Si conferma invece la fase di espansione dell'export: +4% in valore, risultato di un +2,7% per quello intra-Ue e di un +6,3% per quello extra-Ue.
Con le sue 2.740 imprese attive, un valore di produzione di circa 52 miliardi di euro e circa 109 mila addetti, il settore in questione è comunque uno di quelli che meglio hanno resistito alla crisi economica. Secondo il rapporto di Federchimica, infatti, tra il 2007 ed il 2014 il valore aggiunto generato nel nostro Paese dalla produzione chimica è diminuito del 5% a fonte di un -13% della media industriale. Anche sul fronte occupazionale si nota una maggiore stabilità: mentre nella media manifatturiera il numero degli occupati è diminuito del 20%, l'industria chimica ha riportato un più lieve -11%.