POSTI AI DOMICILIARI

'ndrangheta, favori al clan in cambio di voti: arrestati cinque politici

Operazione dei carabinieri di Cosenza. Ai domiciliari anche Sandro Principe, del Pd, ex sindaco di Rende ed ex sottosegretario al Lavoro

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Cinque politici sono stati arrestati e posti ai domiciliari dai carabinieri di Cosenza con l'accusa, a vario titolo, di concorso esterno in associazione mafiosa, voto di scambio, corruzione. In manette anche quattro esponenti di vertice della cosca di 'ndrangheta "Lanzino-Ruà". Tra i politici arrestati c'è Sandro Principe, del Pd, ex sindaco di Rende, già sottosegretario al Lavoro nonché assessore e consigliere regionale.

Oltre all'ex sottosegretario Principe, gli altri politici coinvolti nell'operazione sono un altro ex sindaco di Rende, Umberto Bernaudo; l'ex consigliere regionale Rosario Mirabelli, l'ex consigliere provinciale Pietro Ruffolo e l'ex consigliere comunale Giuseppe Gagliardi, di 69 anni. Il provvedimento restrittivo, emesso dal gip del Tribunale di Catanzaro, è stato poi notificato in carcere a quattro elementi di spicco della cosca Lanzino-Ruà, Adolfo D'Ambrosio (49 anni), Michele Di Puppo (52), Francesco Patitucci (56) e Umberto Di Puppo (47). Arrestato, infine, anche Marco Paolo Lento (41).

Gli investigatori parlano di un "intreccio" politico/mafioso che ha consentito a candidati alle varie tornate elettorali per il rinnovo del Consiglio comunale di Rende tenutesi dal 1999 e fino al 2011, per il rinnovo del Consiglio provinciale di Cosenza del 2009 e del Consiglio regionale della Calabria del 2010, di ottenere l'appoggio elettorale da parte di esponenti di spicco della cosca "Lanzino-Ruà" di Cosenza, tutti condannati in via definitiva per "associazione mafiosa", in cambio di favori vari.

Secondo i carabinieri, le indagini hanno messo in luce un "collaudato sistema ultradecennale che ha visto quale maggiore centro d'interessi l'amministrazione comunale di Rende". Tra le attività illecite che sarebbero state riscontrate figurano quelle connesse all'affidamento in gestione di locali pubblici comunali a beneficio di affiliati al clan, all'assunzione nella società municipalizzata per la gestione dei servizi comunali di soggetti inseriti o contigui al gruppo criminale.

E ancora attività legate al mancato licenziamento di alcuni di questi dopo avere riportato condanne e la promessa di erogazione di fondi pubblici per finanziare una cooperativa creata ad hoc da un esponente di spicco della cosca per la gestione dell'area del mercato di Rende. Le assunzioni alla municipalizzata, in particolare, avrebbero riguardato vari esponenti della cosca, tra cui il capo Ettore Lanzino.