Banca Etruria, Cda sotto inchiesta Coinvolto anche padre della Boschi
Sotto osservazione la liquidazione da un milione e 200mila euro concessa dall'ultimo Cda all'allora direttore generale Luca Bronchi
Svolta nell'indagine della procura di Arezzo su Banca Etruria per bancarotta fraudolenta: è finito sotto inchiesta l'intero Cda, guidato da Lorenzo Rosi e dai suoi vice Alfredo Berni e Pierluigi Boschi, padre del ministro per le Riforme Maria Elena. Come riporta Il Corriere della Sera, sotto osservazione c'è la liquidazione da un milione e 200mila euro che fu concessa dall'ultimo consiglio di amministrazione all'allora direttore generale Luca Bronchi.
Non si sa ancora ufficialmente se sia stato aperto formalmente un fascicolo, c'è però una delega di
indagine affidata alle fiamme gialle per verificare i verbali della seduta del Cda del 30 giugno 2014, quella nel corso della quale appunto fu deliberata la buonuscita milionaria di Bronchi.
Come scrivono gli ispettori di palazzo Koch che nel 2015 hanno portato al
commissariamento dell'istituto, "l'accordo per la risoluzione consensuale del rapporto di lavoro con l'
ex direttore generale Luca Bronchi, che aveva ricoperto la carica da luglio 2008, non è risultato in linea con le disposizioni in materia di politiche e prassi di remunerazione e incentivazione, vigenti all'epoca dei fatti, che prevedevano, in caso di risoluzione anticipata del rapporto, il collegamento dei compensi alla performance realizzata e ai rischi assunti".
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