Turchia e Unione europea hanno trovato un accordo sulla gestione dell'emergenza immigrazione. Lo ha annunciato il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ponendo fine al vertice in corso a Bruxelles. Dal 20 marzo inizieranno le operazioni di rimpatrio dei profughi giunti in Grecia in modo illegale. "Per ogni siriano che verrà riportato in Turchia dalle isole greche un altro siriano sarà reinsediato nell'Ue", si legge nella dichiarazione finale.
Il testo dell'accordo prevede inoltre che per i reinsediamenti "sarà data priorità" ai siriani "che non sono entrati o non hanno provato ad entrare nella Ue irregolarmente".
L'accordo parte domenica - Il piano prevede, come detto, che i rimpatri in Turchia dei migranti arrivati illegalmente in Europa cominceranno già domenica. "Tutti i nuovi migranti irregolari che arrivano dalla Turchia nelle isole greche dal 20 marzo saranno riportati in Turchia", si legge nella dichiarazione finale congiunta tra i 28 ed Ankara. "E' esclusa ogni forma di espulsione collettiva" e saranno "rispettati gli standard internazionali" e "il principio di non respingimento", prosegue. Si tratta di misure "temporanee e straordinarie".
A giugno nuovo passo per l'ingresso della Turchia in Ue - L'apertura di un nuovo capitolo negoziale per l'adesione della Turchia all'Ue avverrà "durante la presidenza olandese", ovvero entro il 30 giugno. La Commissione Ue "presenterà una proposta" per l'apertura del capitolo 33 "ad aprile". Si legge nella dichiarazione congiunta Ue-Turchia. E' concordato che "il lavoro preparatorio per l'apertura di nuovi capitoli continuerà a un ritmo accelerato, senza pregiudizio per gli Stati membri".
"Altri 3 miliardi di euro alla Turchia" - "La prima lista di progetti concreti per i rifugiati (salute, educazione, infrastrutture e costi per la vita) sarà identificata da Ue e Turchia entro una settimana" e una volta che i primi tre miliardi di euro saranno stati usati in pieno "la Ue mobiliterà finanziamenti addizionali per altri tre miliardi di euro entro la fine del 2018".
Il Vaticano: "Umiliante chiudere le porte dell'Europa" - Non piace al Vaticano l'accordo raggiunto a Bruxelles. Di fronte al "grave dramma di tanti nostri fratelli sofferenti" che "per necessità giungono" alle frontiere del continente europeo chiedendo accoglienza, "dovremmo sentire umiliante dover chiudere le porte, quasi che il diritto umanitario, conquista faticosa della nostra Europa, non trovi più posto", ha detto il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato vaticano
Davutoglu: "Giornata storica" - Il primo ministro turco, Ahmet Davutoglu, anch'egli a Bruxelles, ha celebrato l'accordo parlando di "giornata storica" e affermando che "l'Ue e Turchia hanno lo stesso destino, le stesse visioni e le stesse caratteristiche". "Non c'è futuro per la Turchia senza l'Ue e non c'è futuro per l'Ue senza la Turchia", ha proseguito, invitando a una collaborazione strategica sulla crisi siriana.
Renzi: "L'accordo rispetta i requisiti" - Sono stati rispettati "i requisiti che ci eravamo dati, ora bisogna lavorare perché funzioni nel miglior modo" possibile. Il premier Matteo Renzi ha commentato così l'intesa tra Ue e Turchia. "Nelle conclusioni c'è anche un esplicito riferimento alla Libia e all'Africa", ha aggiunto. E ancora: "A chi ci chiede che bisogna aiutarli a casa loro noi diciamo che la strada è la cooperazione. Ora il punto è passare dalle parole ai fatti".
Merkel: "No ricollocamenti da Slovacchia e Ungheria" - In conferenza stampa la cancelliera Angela Merkel ha annunciato che "solo Ungheria e Slovacchia si sono dette non disponibili al piano di ricollocamenti dei rifugiati bloccati in Grecia".