Delitto Varani, il padre di Foffo: "Prato ricattava mio figlio con un video"
"Aveva ripreso un suo rapporto sessuale con lui e lo minacciava. Lui era devastato. Manuel non è gay. Spero solo che esca la verità e chi è colpevole paghi"
"Mio figlio Manuel non è gay. Marco lo ricattava dopo aver girato un video di un rapporto sessuale con lui. E lui era devastato dalla vergogna. Non ha mai detto che voleva uccidermi. La prima e l'ultima coltellata l'ha inferta Marco Prato. Io spero soltanto che esca la verità". Così Valter Foffo, padre di Manuel, torna a difendere il figlio accusato dell'omicidio di Luca Varani.
I due si sono incontrati martedì nel carcere di Regina Ceoli e Valter Foffo racconta la sua versione in un'intervista al "Messaggero". Dice che il figlio e il pr noto negli ambienti gay romani si sono conosciuti a Capodanno, che è stato in quell'occasione che i due hanno avuto un rapporto e che poi Prato ha cominciato a ricattarlo con la minaccia di diffondere il video che riprendeva quel momento.
"Mio figlio si sentiva stretto in un angolo - racconta Valter -, me lo ha detto, anche per questo ha accettato di rincontrare Prato, per cercare di convincerlo a cancellare quel filmato".
Dice di aver trovato, dietro le sbarre del carcere, "un
ragazzo devastato dai farmaci e dalla vergogna, che solo adesso si sta rendendo conto di quello che ha compiuto, dell'atroce delitto di cui si è macchiato". Ma poi ribadisce, c'era quel ricatto, e poi, "sono convinto che la droga, la cocaina e chissà quali altre sostanze assunte, abbiano contribuito ad annebbiare la lucidità di Manuel, che però non è gay".
Assicura che
Manuel non ha mai detto "che avrebbe voluto uccidermi. Me lo ha ripetuto più volte. Può verificarlo, in carcere registrano tutto". E nega anche che Manuel e Marco abbiano avuto un rapporto sessuale poco prima del delitto. E torna a ribadire: "A noi Foffo non piacciono i gay, ci piacciono le donne. E mio figlio non è da meno". Alla domanda se si senta responsabile per l'accaduto, replica: "Li chiamano ragazzi, Manuel e Prato. Ma sono uomini, non hanno più 18 anni. Dovevo forse portare ancora mio figlio per mano a trent'anni?".
E infine, sull'ipotesi che la madre Daniela, che vive al piano sotto Manuel,
gli abbia dato stracci e sapone chiesti per pulire, risponde: "Daniela non ha aperto la porta quella mattina. Mio figlio ha le chiavi di casa, è entrato per prendere una bottiglia d'acqua, nessuno straccio o sapone anche perché è Daniela che gli andava sempre a pulire casa, ha salutato la madre che era in un'altra stanza e che quindi non l'ha potuto vedere". La famiglia Varani lui non l'ha sentita. "Ci ha pensato il mio legale. In questa storia ci sono tre famiglie distrutte. Ognuna a suo modo".
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