Il 2015 è stato un anno a luci ed ombre per l'editoria italiana. Se da un lato c'è un comparto - quello dei libri, tradizionali ed e-book – in lieve risalita, dall'altro ce n'è uno che ancora si muove a passi troppo piccoli per parlare di ripresa vera e propria – quello dell'editoria quotidiana e periodica.
Secondo l'analisi annuale, realizzata dalle associazioni di categoria del settore (Fieg, Acimga, Aie, Argi, Asig, Assocarta, Assografici), intitolata Più lettura, più comunicazione, il valore complessivo dell'editoria quotidiana si è ridotto notevolmente, passando dai 3,859 miliardi del 2007 agli 1,985 miliardi del 2015 (2,209 miliardi nel 2014).
In forte contrazione anche il valore dell'editoria periodica. Dai 5,069 miliardi del 2007 si è infatti passati ai 2,209 miliardi del 2014 ed ai 2,120 miliardi del 2015. Più esiguo, ma pur sempre consistente, il calo che ha interessato il valore dell'editoria libraria: da 3,686 miliardi ai 2,934 dello scorso anno.
La filiera della carta nel complesso ha riportato una contrazione del fatturato di oltre dieci milioni di euro, passando dai 41,387 milioni del 2007 ai 30,632 milioni di euro del 2015.
Osservando i dati si nota ancora una forte debolezza sia per i consumi interni dell'intera filiera, cresciuti di appena 0,7 punti percentuali tra il 2014 ed il 2015, che per le esportazioni, +0,3% sul 2014. Nonostante gran parte degli introiti del comprato sia legata alla componente nazionale, l'export è risultato fondamentale nel periodo in cui il Paese è stato interessato dalla debolezza dei consumi. Non a caso il peso del fatturato estero sul totale è passato dal 19% del 2000 al 30,9% bilanciando, almeno in parte, la caduta del fatturato complessivo dell'intera filiera.
Il cattivo stato di salute dell'editoria è osservabile anche dalle dinamiche legate al mercato del lavoro. Nel 2015 il numero degli occupati nell'intera filiera della carta ha infatti riportato un nuovo ribasso, confermando l'andamento degli ultimi anni: solo tra 2014 e 2015 il numero degli occupati del settore è diminuito dell'1,2%, passando da 200 mila unità a 197 mila (244 mila nel 2007).
Il calo più consistente ha riguardato l'editoria quotidiana, dai 13.726 occupati del 2007 si è scesi ai 9.103 del 2015 (9.702 nel 2014). Nell'editoria libraria si è invece registrato un calo di 900 unità, di 17.800 occupati del 2007 ai 16.900 del 2015 (stabili sul 2014), mentre nell'editoria periodica gli addetti sono scesi da 3.337 a 2.275 (2.473 nel 2014).