Nuovo appello di Papa Francesco agli Stati affinché accolgano i migranti: "A me piace quando vedo le nazioni e i governanti che aprono i cuori e le porte. Ma ne vedo tante chiuse", ha detto il Pontefice durante l'udienza generale in Piazza San Pietro. "Tanti fratelli stanno vivendo una drammatica situazione d'esilio con negli occhi ancora le macerie delle loro case, la paura e il dolore per la perdita delle persone care", ha aggiunto.
Bergoglio, che continua in udienza generale le sue catechesi sulla misericordia nella bibbia, ha ricordato che "i migranti di oggi soffrono, soffrono senza cibo e non sentono l'accoglienza".
"Anche noi - ha detto Francesco commentando i brani biblici sull'esilio degli israeliti - possiamo vivere a volte una sorta di esilio, quando la solitudine, la sofferenza, la morte ci fanno pensare di essere stati abbandonati da Dio". "E quanti nostri fratelli, lontani dalla loro patria, possono chiedersi dov'è Dio e come è possibile che tanta sofferenza possa abbattersi su uomini, donne e bambini innocenti. Quando cercano di entrare in una parte si vedono chiudere le porte".
Un pensiero per l'Albania - Il Potenfice ha poi rivolto un pensiero alla "vicina Albania, che dopo tanta persecuzione e distruzione è riuscita a alzarsi nella dignità e nella fede". "Oggi - ha esortato - vogliamo anche noi ascoltare questo messaggio di consolazione, Geremia si rivolge agli israeliti che sono stati deportati in terra straniera e preannuncia il ritorno in patria, questo rientro è segno dell'amore infinito di Dio padre che non abbandona i suoi figli ma se ne prende cura e li salva". "L'esilio - ha aggiunto - era stata un'esperienza devastante per Israele, la fede aveva vacillato perché in terra straniera senza il tempio, senza il culto, dopo aver visto il paese distrutto è difficile pensare la bontà del Signore".