A QUASI UN ANNO DALLA MORTE

Lo Porto, famiglia scrive a Obama: "Adesso vogliamo la verità"

"Ci aspettiamo di ricevere sostegno per la famiglia e per il legittimo desiderio di conoscere la verità e avere così un po' di sollievo", ha spiegato il legale dei Lo Porto

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A quasi un anno dalla morte di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano rapito in Pakistan da Al Qaeda e rimasto ucciso in un raid Usa, la famiglia scrive al presidente degli Stati Uniti Barack Obama per chiedere di far luce su quanto accaduto. "Spero che il presidente Obama risponda alle nostre richieste, richieste semplici, non c'è nulla di strano - ha spiegato Daniele Lo Porto, fratello di Giovanni -. Spero che si metta una mano sulla coscienza e dica la verità."

In una conferenza stampa alla Camera, i legali della famiglia Lo Porto, hanno spiegato di aver presentato anche una richiesta ai pubblici ministeri italiani, che stanno indagando sulla morte del cooperante, affinché siano individuati i documenti relativi alle linee guida Usa per il lancio di attacchi con i droni, linee guida che ipotizzano possano essere state disattese.

"Ci aspettiamo di ricevere sostegno per la famiglia e per il legittimo desiderio di conoscere la verità e avere così un po' di sollievo", ha spiegato uno dei legali, l'avvocato Andrea Saccucci.