L'ex presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, ha deciso di accettare l'incarico ministeriale nel governo di Dilma Rousseff. Lo riporta il quotidiano O Globo, spiegando che l'incarico di ministro capo della segreteria della presidenza (l'equivalente del ministro per i Rapporti con il Parlamento" gli è stato proposto per proteggerlo dalla richiesta d'arresto della procura di San Paolo nell'ambito dell'inchiesta sullo scandalo Petrobras.
Ma l'annuncio ufficiale, atteso nel pomeriggio, è slittato per la concomitanza con lo scoop di un settimanale che ha anticipato alcune dichiarazioni del senatore "pentito" della tangentopoli brasiliana, secondo il quale Lula e Dilma avrebbero tentato di ostacolare le indagini.
L'ex presidente, 70 anni, secondo le anticipazioni dei media brasiliani, dovrebbe occuparsi dei rapporti con il parlamento. Un incarico che esalta le capacità di mediazione dell'ex presidente, al quale spetterà il non facile compito di ricompattare i riottosi alleati a fare quadrato contro la richiesta di impeachment e a sostenere le misure del governo per rimettere in moto l'economia e far uscire il Paese dalle sabbie mobili della recessione.
Le imponenti manifestazioni contro il governo e in favore dell'impeachment e la decisione del giudice Maria Priscilla Ernandes, che ha scaricato la responsabilità della decisione sulla richiesta di arresto di Lula nella mani del suo più accanito accusatore, il giudice Sergio Moro, avrebbero dunque convinto l'ex presidente-operaio a tornare nel palazzo di Planalto, dove ha governato dal 2003 al 2010.
La competenza delle indagini nei confronti dei ministri in carica spetta infatti ai giudici del Supremo tribunale federale, di nomina politica. Lula dunque si troverebbe di fronte giudici nominati da se stesso o da Dilma, visto che da oltre 13 anni il governo è saldamente nelle mani del Partito dei lavoratori.