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Brescia, latte infetto per produrre formaggi: trenta indagati

Nel prodotto sarebbero state presenti aflatossine, ritenute le più cancerogene esistenti, che venivano "coperte" miscelando il latte infetto con altro sano

-afp

Trenta persone tra allevatori e titolari di caseifici sono indagati dalla Procura di Brescia con l'accusa di aver immesso sul mercato latte infetto. Nel prodotto sarebbero state presenti aflatossine, ritenute le più cancerogene esistenti, che venivano "coperte" miscelando il latte infetto con altro sano utilizzandolo poi per produrre formaggi. I valori superavano da 5 a 160 volte quelli di legge.

Come riporta il Corriere, le indagini effettuate dai Nas negli ultimi mesi si sono allargate anche alle province di Bergamo, Mantova e Cremona. I fascicoli parlano di "adulterazione o contraffazione di sostanze alimentari".

Un meccanismo consolidato - Centinaia i caseifici e gli allevamenti controllati, nei quali veniva attuato lo stesso modus operandi, ormai consolidato: il latte veniva diluito in modo da "nascondere" gli alti valori di aflatossine (la legge impone un limite di 50 nanogrammi per litro), per poi essere venduto a basso costo e destinato alla produzione di formaggi nostrani. 
Una delle persone indagate ha inoltre ammesso agli inquirenti che al latte venivano aggiunte sostanze in grado di "imbrigliare le aflatossine e renderle difficilmente rintracciabili nelle analisi".

Il Consorzio del Grana Padano assicura che "non si tratta di Grana Padano ma di formaggio giovane tutto ancora esclusivamente in magazzino. Non esiste quindi in commercio neppure un grammo di Grana Padano che non sia assolutamente sicuro dal punto di vista sanitario. Ancora una volta il sistema dei controlli sanitari italiani si è dimostrato all'avanguardia nel mondo perché ha bloccato ben prima che andasse al consumo prodotto dubbio che, se sarà confermato essere rischioso, andrà distrutto".

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