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Roma, gip: Foffo e Prato restano in carcere Scambio accuse sul colpo mortale a Varani

Il legale di Foffo annuncia che chiederà la perizia psichiatrica perché il ragazzo "è un cocainomane". Scaricabarile tra avvocati su chi abbia inferto il colpo finale. Dopo otto ore di interrogatorio, per il giudice "non c'è stata premeditazione"

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Manuel Foffo "non avrebbe ucciso" se non fosse stato "un cocainomane". Lo ha detto Michele Andreano, legale del ragazzo arrestato assieme a Marco Prato per l'omicidio di Luca Varani a Roma. "Chiederò la perizia psichiatrica", ha aggiunto. Intanto Prato "si è dimostrato pentito". E fra i due legali è scaricabarile su chi abbia inferto il colpo mortale. Il Gip dopo oltre otto ore di interrogatorio: "Rimangono in cella, ma non c'è premeditazione".

"Manuel - prosegue il legale di Foffo - è un consumatore abituale di cocaina, quello che si dice un cocainomane. Ne hanno acquistata 1.500-1.800 euro in 2 giorni. Una quantità rilevante, che unita ai superalcolici è una miscela esplosiva. Se riusciamo a dimostrare che in quel momento non voleva un fatto così grave, magari evitiamo l'aggravante che può portare all'ergastolo, cioè la premeditazione". Secondo l'avvocato, infatti, "da un punto di vista tecnico assumere sostanze stupefacenti è un'aggravante, ma se questo uso è così massiccio al punto di renderlo incapace di intendere e volere in quel momento, lo scenario diventa diverso".

"Secondo il mio assistito - spiega ancora Andreano - il colpo ferale è stato dato dal suo amico Marco, ma direi che non cambia molto, se vogliamo essere seri e oggettivi". E comunque, sottolinea l'avvocato, Foffo "fin dal primo momento si è dimostrato pentito. Ha deciso di costituirsi, ha raccontato tutto quello che si ricordava al Pm, anche se era molto confuso. Ed è riuscito a far individuare l'altro complice. In qualche modo gli ha salvato la vita perché stava cercando di suicidarsi? Così dicono. Comunque è lui che ha collaborato alle indagini, è stato lui a far arrestare l'altra persona".

Andreano spiega poi che "Foffo parlando con il gip ha indicato tanti e tanti testimoni che sono andati all'interno dell'abitazione, qualcuno è arrivato ed è andato via. Altra gente è stata chiamata ma non è andata. Non so cosa abbia raccontato Prato, ma il mio cliente ha dato molti particolari e molti dettagli, anche perché è passato del tempo e quindi è molto più lucido. Ha aggiunto particolari secondo me importanti senza mai contraddirsi".

Intanto anche l'avvocato di Marco Prato, Pasquale Bartolo, spiega che il suo assistito "si è dimostrato pentito come un ragazzo che dopo aver fatto quello che ha fatto ha tentato il suicidio. Credo che non si debba neppure aggiungere nulla". E contesta la ricostruzione dell'avvocato di Foffo sottolineando che "non è stato Marco Prato ad infliggere il colpo finale, la coltellata al cuore a Luca Varani".

E mentre si continua a discutere dell'efferatezza del delitto, sul caso interviene anche il garante della privacy, che chiede sobrietà perché "si è riscontrato nelle cronache giornalistiche di questi giorni un eccesso di particolari riguardanti la vita sessuale e familiare dei soggetti coinvolt, che colpisce nei propri sentimenti e affetti le rispettive famiglie".

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