Le immagini registrate il 25 gennaio, giorno della scomparsa di Giulio Regeni, dalle telecamere della metropolitana di El Behoos, quella vicino alla casa in cui viveva il ricercatore friulano ucciso in Egitto, non sono più disponibili. Come confermato dal procuratore di Giza che segue il caso, infatti, si sono autocancellate, andando definitivamente perse. I frame sarebbero stati decisivi per ricostruire orari e movimenti del ragazzo.
Non solo sono andate perse le importanti immagini della metro de Il Cairo. Come riporta Il Corriere, gli investigatori italiani non sono sono riusciti neppure ad ottenere il traffico telefonico che ha interessato le celle attorno all'abitazione di Regeni e al fosso alla periferia de Il Cairo in cui fu ritrovato privo di vita.
I documenti trasmessi dalle autorità egiziane sono alquanto lacunosi. Sono a disposizione del pm Sergio Colaiocco solo i tabulati telefonici del giovane friulano relativi al 25 gennaio. Tutto il periodo precedente manca.
I depistaggi delle autorità egiziana - Inoltre, come riporta La Repubblica, appena il cadavere di Regeni è stato trovato sono iniziati i depistaggi sul movente, sui mandanti e sugli esecutori. Due diverse testimonianze, infatti, indicano che nelle ore immediatamente successive al ritrovamento del corpo, la mattina del 3 febbraio, la polizia egiziana si mise al lavoro per confondere le acque.
Regeni cercato dalla polizia a fine dicembre - Emerge anche che la polizia de Il Cairo cercò il ricercatore italiano nella sua abitazione a fine dicembre. Però in quell'occasione non lo trovò perché non era in casa. Tale circostanza è stata ufficialmente smentita nei verbali di interrogatorio dei condomini del palazzo ma confermata al quotidiano da due diverse fonti.