Una prima pagina pro-governo, articoli sul terzo mega-ponte sul Bosforo, foto dei funerali dei "martiri" uccisi dai ribelli curdi nel sud-est della Turchia. E' questa la nuova e drammaticamente diversa veste del quotidiano turco Zaman, all'indomani dello sgombero della sede da parte della polizia, della nomina degli amministratori fiduciari e del licenziamento del direttore. Tutto in mezzo alle proteste di piazza, sfociate in scontri con le forze di sicurezza turche.
Il quotidiano fortemente critico nei confronti del presidente turco Recep Tayyip Erdogan è stato oggetto dell'ultima operazione giudiziaria per zittire la stampa dissidente nel Paese. I fatti che hanno coinvolto Zaman, la redazione, il cda e i manifestanti scesi in piazza e dispersi con lacrimogeni e cannoni ad acqua, hanno destato un'ondata di preoccupazione e indignazione internazionale, da Bruxelles a Washington.
Zaman, che ha una tiratura media di 650.000 copie, è ritenuto vicino al nemico giurato di Erdogan, il predicatore esiliato Fethullah Gulen, che secondo Ankara gestisce la cosiddetta Organizzazione del terrore di Fethullah/Stato parallelo che ha l'obiettivo di rovesciare le autorità legittime.
Ieri l'ultima prima pagina decisa dalla redazione prima del sequestro della testata parlava di "giorni bui" per la libertà di stampa in Turchia. I siti internet di Zaman e della versione inglese, come gli account sui social sono stati chiusi e svuotati. L'accesso al web dalla sede del giornale è stato totalmente bloccato.