LA DIATRIBA

Fbi contro Apple, l'Onu sta con la Mela "A rischio diritti di milioni di persone"

Il colosso di Cupertino incassa anche il sostegno delle Nazioni Unite sulla richiesta degli investigatori Usa di sbloccare l'iPhone del killer di San Bernardino: "Potenziale regalo a regimi criminali e hacker criminali"

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Dopo Google e Microsoft anche l'Onu si schiera con la Apple nel contenzioso con l'Fbi per lo sblocco dell'iPhone del killer di San Bernardino. Secondo l'Alto Commissario per i Diritti Umani, Zeid Raad Al Hussein, i tentativi del Federal Bureau of Investigation di costringere il colosso di Cupertino a sbloccare il dispositivo potrebbero "aprire un vaso di Pandora e avere implicazioni estremamente dannose per i diritti umani di milioni di persone".

Per l'Alto commissario si rischiano conseguenze sia riguardo la sicurezza "fisica" sia finanziaria. "L'Fbi merita pieno sostegno nell'indagine sulle uccisioni di San Bernardino. Ma, in questo caso, non si tratta solo di una società e dei suoi sostenitori che tenterebbero di proteggere criminali e terroristi, ma di sapere dove tracciare la linea rossa di cui abbiamo tutti bisogno per proteggerci da criminali e repressione", ha affermato in una dichiarazione pubblicata a Ginevra.

Entrando nel merito della richiesta di sbloccare la protezione all'iPhone del killer, Zeid spiega: "Ci sono molti altri modi per indagare se questi assassini avevano complici senza costringere Apple a creare un software per indebolire le caratteristiche di sicurezza dei propri telefoni".

A preoccupare le Nazioni Unite sono le possibili conseguenze, l'effetto domino che un ok di Apple alle richieste dell'Fbi scatenerebbe: "Saremmo di fronte a un precedente che potrebbe rendere impossibile per Apple o qualsiasi altra grande compagnia internazionale di telecomunicazione di salvaguardare la privacy dei propri clienti in qualsiasi parte del mondo. E' un potenziale regalo a regimi autoritari e agli hacker criminali", ha aggiunto ricordando che gli strumenti di crittografia sono ampiamente utilizzati in tutto il mondo, anche da difensori dei diritti umani, società civile, giornalisti, informatori e dissidenti politici.

"Crittografia e anonimato sono necessari, favoriscono la libertà di espressione e di opinione, e il diritto alla privacy", conclude l'alto commissario.