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Morti in Libia, il dolore delle comunità dei due tecnici italiani uccisi

Il legale della famiglia Failla: "E' necessario accertare eventuali responsabilità della società Bonatti sulla mancata sicurezza dei tecnici rapiti"

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Due comunità sotto shock. Sono quelle di Capoterra, centro di quasi 25mila abitanti alle porte di Cagliari, e quella di Carlentini, paese a una cinquantina di chilometri da Siracusa. Sono infatti questi i luoghi di origine rispettivamente di Fausto Piano e Salvatore Failla, i due tecnici italiani, rapiti a luglio in Libia insieme ad altri due colleghi, e uccisi nel corso di una sparatoria nella regione di Sabrata.

Il dolore composto della comunità di Carlentini - A Carlentini la comunità si è stratta attorno alla famiglia di Failla, "l'uomo con la valigia" come le definiscono i suoi vicini di casa, uno che amava il suo lavoro di saldatore specializzato che lo portava spesso all'estero, lontano dalle figlie di 14 e 22 anni e dalla moglie Rosalba Lo Castro.

La signora Castro dal giorno del rapimento del marito si era trincerata dietro il silenzio, mantenendo aperte le comunicazioni soltanto con il nostro ministero degli Esteri.

"La parrocchia di Santa Tecla - dice don Luca Gallina - da otto mesi vive nella preghiera. Come la moglie ha voluto sin da subito, è il silenzio il modo che abbiamo scelto per stare vicino alla famiglia, senza nessun clamore. Il silenzio e la preghiera è lo stile della comunità".

Ancora incredulità a Capoterra - A Capoterra c'è ancora molta incredulità. "Pensavamo che finisse bene come per tanti altri ostaggi - ha detto un compaesano e vicino di casa di Fausto Piano -. Quando ho visto tante persone davanti alla loro casa ero convinto che fosse arrivata la buona notizia. E invece, purtroppo, era la peggiore delle notizie. Chiedevano in questi mesi con molto tatto come stessero andando le cose. Ma anche i familiari ci dicevano di saper poco, forse per mantenere una giusta e doverosa riservatezza. Un grande dolore per tutti".

La mobilitazione dopo la notizia del rapimento - Dopo la notizia del rapimento, Capoterra si era subito mobilitata. Oltre mille persone avevano sfilato il 31 luglio per le strade del paese in una fiaccolata notturna partita da piazza della Chiesa e arrivata poi davanti all'abitazione della famiglia Piano in via Carbonia. Poi era arrivato il momento dell'educato e collaborativo silenzio della comunità nella speranza che le trattative potessero approdare tranquillamente, senza scossoni, all'esito desiderato.

"Una grande persona, un gran lavoratore - ha ricordato il sindaco di Capoterra, Fausto Francesco Dessì - tutta la comunità è vicina alla famiglia". Dolore ma anche rabbia. "Chi l'ha ucciso - dicono in paese - è gentaglia".

Legali Failla: accertare responsabilità Bonatti - "E' necessario accertare eventuali responsabilità della società Bonatti sulla mancata sicurezza per i quattro tecnici che non avevano nessuna protezione". E' quanto chiede l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, legale dei familiari di Salvatore Failla.

Sabato i corpi trasferiti a Tripoli - I corpi di Salvatore Failla e Fausto Piano "saranno portati a Tripoli sabato per terminare le autopsie e le altre procedure". Lo ha previsto il capo del Consiglio militare di Sabrata, Taher al-Gharabili, secondo cui le salme "saranno rimpatriate nel più breve tempo possibile".

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