La tragica notizia della morte dei due lavoratori italiani, rapiti a luglio e uccisi nei pressi della cittadina di Sabrata, riaccende le polemiche sull'ipotesi di intervento militare nel Paese africano. Matteo Salvini alza il tiro contro il presidente della Repubblica e il premier Matteo Renzi. "Mattarella nel momento in cui dalla Libia giungono notizie sulla morte dei due italiani si vanta dell'avanguardia dell'Italia nell'accoglienza", afferma.
Il presidente del Consiglio invece "ha le mani sporche di sangue: in Italia libera i delinquenti mentre sull'immigrazione è complice del terrorismo internazionale. O sono matti o sono complici". Il riferimento di Salvini è alle parole pronunciate dal Capo dello Stato durante la visita all'Istituto Nazionale per le Migrazioni e la Povertà di Roma: "Il nostro Paese in questi anni è stato all'avanguardia nella solidarietà - ha detto Mattarella - Continua ad esserlo in questi giorni con i corridoi umanitari, accogliendo migranti e profughi che giungono da Paesi tormentati dalla guerra".
La replica del Pd "agli sproloqui di Salvini" - Un attacco, quello di Salvini, al quale replica con fermezza la maggioranza. Il Pd definisce "indegne ed inqualificabili le parole di Salvini che oggi non risparmia nemmeno il presidente Mattarella". "Pensavamo di essere abituati agli sproloqui salviniani ma quello di oggi sul presidente Mattarella va oltre ogni limite", fa eco Ap. Il Colle, dal suo canto, più che alla polemica politica, guarda "con grande attenzione" all'evolversi della situazione in Libia in attesa di avere maggiori particolari sulla morte dei due italiani e sulla sorte degli altri due loro compagni ancora in mano a non ben identificati rapitori.
I partiti divisi sulla missione in Libia - I partiti si interrogano e si dividono sull'opportunità di un intervento militare in Libia. Le opposizioni chiedono che il governo venga a riferire in Aula sulla morte dei due italiani ma anche sul sempre più difficile scenario internazionale alle porte dell'Italia: mercoledì 9, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni interverrà in Aula per ribadire la posizione del governo. Troppo tardi secondo il M5S che chiede che si presenti alle Camera "già domani" perché "la situazione in Libia sta precipitando" e "il governo prende iniziative sul coinvolgimento dell'Italia in operazioni militari senza informare il Parlamento".
Anche Forza Italia attacca l'esecutivo ma "per la sua assenza e per l'incapacità di agire con determinazione e con un piano preciso e finalizzato a stabilizzare una delle aree più infuocate del pianeta". Lo afferma il presidente dei senatori forzisti Paolo Romani, da sempre favorevole a un intervento militare "per ristabilire le minime condizioni di convivenza civile, senza dimenticare ovviamente la difesa dei nostri importanti interessi economici".
Silvio Berlusconi, invece, sottolinea "la complessità della situazione libica" e mette in guardia "dall'elevato rischio di causare vittime innocenti, se si dovessero intraprendere interventi frettolosi o superficiali". Per un volta il leader di Forza Italia sembra andare d'accordo con Romano Prodi, a dicembre in predicato di avere un mandato Onu come mediatore internazionale proprio per la crisi libica, che sconsiglia "al momento" un intervento militare.
"Il nostro presidente del Consiglio e le Nazioni Unite hanno detto che un intervento militare in Libia ci può essere solo dopo la richiesta di un governo unitario", sottolinea l'ex premier Prodi, che ribadisce: "E in questo momento non ci sono le condizioni per cui si possa intervenire".