La Corte d'assise d'appello di Milano ha condannato Giovanni Antonio Rasero a 26 anni di carcere per l'omicidio di Alessandro Mathas, il bimbo di soli 8 mesi morto in un appartamento di Genova il 15 marzo del 2010. Il procuratore generale Maria Vulpio aveva chiesto l'ergastolo. La sentenza, emessa nel processo d'Appello-bis, conferma la pena decisa in primo grado. "Sono sereno, ho la coscienza a posto", ha commentato Rasero.
Dopo la lettura della sentenza, il broker marittimo ha affermato che "naturalmente" sperava "di essere assolto". Fuori dall'aula poi si è lasciato andare a uno sfogo aggiungendo di voler arrivare fino alla Corte Europea dei diritti dell'uomo, pur di dimostrare la sua innocenza.
"Con questo ho affrontato quattro processi mentre lei (ossia Katerina Mathas, la madre di Alessandro con cui trascorse quella tragica notte, ndr) dopo mezzo processo è già uscita. Allora ha ragione Berlusconi quando dice che i giudici fanno quello che vogliono". Il suo legale, Luigi Chiappero, ha annunciato ricorso in Cassazione.
La sentenza - I giudici hanno anche disposto il pagamento di una provvisionale di 15mila euro per ciascuno delle due parti civili, i nonni materni.
Rasero aveva ribadito la sua innocenza - Poco prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, Rasero aveva voluto ribadire la sua innocenza raccontando la sua versione dei fatti e ricostruendo quella tragica nottata: "Sono padre anch'io. Non avrei mai assunto cocaina davanti a un bambino e non avrei potuto mai fargli del male", aveva detto. Ma i giudici non gli hanno creduto.