Il governo Renzi ha ribadito che il completamento del mercato unico digitale italiano ed europeo rientra tra le sue priorità. Ma Bruxelles avverte che l'Italia non potrà godere pienamente dei benefici dell'economia digitale fino a quando un terzo della sua popolazione si astiene dall'utilizzare regolarmente internet.
Secondo il Digital Economy and Society Index 2016 (DESI) – ovvero l'indice che valuta lo stato di avanzamento dei Paesi dell'UE verso un'economia e una società digitali attraverso cinque indicatori (connettività, capitale umano, utilizzo di internet, integrazione della tecnologia digitale e servizi pubblici digitali) –, l'Italia è tra gli Stati membri dell'Unione europea meno sviluppati digitalmente.
Le scarse conoscenze tecnologiche (gli italiani sono 24esimi su 28 per le competenze digitali basiche necessarie) e le infrastrutture ancora inadeguate (l'Italia è ultima per la diffusione della banda larga fissa) sono ostacoli da superare per godere pienamente dei benefici dell'economia e di un futuro mercato unico digitale europeo.
Per la Commissione europea, una volta costituito, il mercato unico digitale europeo garantirebbe vantaggi tanto agli imprenditori – ad oggi le piccole imprese, che operano on-line e vogliono vendere oltre frontiera nell'UE, devono spendere circa 9 mila euro per adattarsi alle diverse normative nazionali – quanto ai consumatori europei. Quest'ultimi in particolare beneficeranno di prezzi più competitivi: Bruxelles sostiene che, se per gli acquisti on-line potessero scegliere fra l'intera gamma di beni e servizi offerti nell'UE, i consumatori europei potrebbero risparmiare complessivamente 11,7 miliardi di euro all'anno.
Con la creazione del mercato unico digitale europeo, oltre 122 mila imprese inizierebbero a vendere i propri prodotti negli altri Stati membri dell'UE e il numero di consumatori, che acquistano da un Paese ad un altro nell'Unione, arriverebbe a toccare le 70 milioni di unità (nel 2014 solo il 15% dei consumatori ha fatto acquisti on-line da un Paese dell'UE diverso dal proprio). La crescita dei consumatori si tradurrebbe in un conseguente incremento dei consumi – l'aumento stimato da Bruxelles è pari a circa 18 miliardi di euro –, nella creazione di "centinaia di migliaia" di nuovi posti di lavoro e un gettito per l'economia europea di 415 miliardi di euro all'anno.