Trionfo dei riformisti alle elezioni in Iran. Secondo i dati semidefinitivi riportati da media locali, il partito del presidente Hassan Rohani ha conquistato 96 seggi su 290 nel nuovo Parlamento (Majlis), superando il blocco conservatore fermo a 91 seggi. Agli indipendenti 25 seggi. Per altri 52 posti parlamentari bisognerà andare al ballottaggio alla fine di aprile. A Teheran 30 seggi su 30 conquistati dai riformisti.
Rohani twitta: "Nuova atmosfera con questo voto" - "Avete creato una nuova atmosfera con il vostro voto". Così twitta Rohani rivolgendosi, nel suo profilo in inglese, agli elettori iraniani che hanno votato per il nuovo Parlamento, o Majlis, e per la nuova Assemblea degli Esperti, l'organismo che dovrà eleggere la nuova guida suprema nell'era del dopo-Khamenei. "Mi alzo in piedi - continua il messaggio - davanti a voi, davanti alla grande nazione iraniana, davanti all'onore della sua storia".
Ko dei conservatori - Oltre mille candidati si sono sfidati al voto per i 30 seggi della capitale in Parlamento. Neppure uno sarebbe stato conquistato dal fronte conservatore. In cima alla lista dei riformisti c'è Mohammed Reza Aref, ex candidato alla presidenza e ministro. Oltre mille candidati si sono sfidati al voto per i 30 seggi della capitale.
Per quanto riguarda l'Assemblea degli esperti, il primo nominativo sul fronte dei conservatori è presente soltanto al decimo posto con Ahmad Janati, presidente del Consiglio dei Guardiani, l'organismo che controlla il Parlamento e il voto. Più sotto, in dodicesima posizione, si piazza invece Mohammad Taqi Mesbah Yazdi, conosciuto come "il religioso per cui non conta nulla quello che pensa il popolo".
Elette anche 13 donne - Anche tredici donne risultano elette nel nuovo Parlamento iraniano, Majlis, secondo i dati parziali. In corsa erano circa 500 candidate su un totale di quasi 5mila aspiranti deputati. Per l'Assemblea degli Esperti invece, il Consiglio dei Guardiani, l'organismo incaricato di preselezionare i candidati, aveva bocciato tutte le domande presentate da una ventina di religiose.
Rafsanjani: "E' il momento di cooperare" - "E' finito il tempo dello scontro, ora è il momento della cooperazione", ha commentato l'ex presidente di Repubblica e Parlamento Rafsanjani. L'ex compagno di lotta di Khomeini, da alcuni considerato un "pragmatico" e da altri uno "squalo" della politica, emerge come uno dei vincitori di queste elezioni e come un candidato forte, in caso se ne apra l'opportunità, per prendere il posto di Khamenei.
Il Paese alle urne - Sono oltre 33 milioni, ovvero il 60% su 55 milioni di elettori potenziali, coloro che che hanno votato nelle elezioni indette per rinnovare il Parlamento (il Majlis) e la cosiddetta Assemblea degli esperti. Quest'ultima, costituita da 88 membri in carica per otto anni, sarà chiamata a scegliere al suo interno il successore della Guida Suprema qualora Khamenei muoia o si dimetta. Quella di venerdì rappresenta la prima chiamata alle urne dopo l'accordo sul nucleare, visto come una sorta di referendum sul presidente Hassan Rohani, grande promotore dell'intesa con le principali potenze mondiali.