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Regeni, per l'Italia ucciso per le sue ricerche da professionisti della tortura

Dall'esame del pc non emergono legami con i servizi segreti. La Procura di Roma ha richiesto ai social network le password del ricercatore

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Dall'esame del computer di Giulio Regeni non emergono legami con i servizi segreti. Lo ha riferito la Procura di Roma, secondo la quale il 28enne friulano torturato e ucciso in Egitto non avrebbe avuto contatti con persone equivoche. I pm romani escludono che i dati raccolti dal giovane nell'ambito delle ricerche siano estranei all'ambito universitario. Presentata inoltre una richiesta per ottenere le password usate da Regeni sui social network.

Delitto eseguito da professionisti della tortura - L'unica certezza della procura di Roma è che si tratti di un delitto maturato nel quadro delle attività di ricerca ed eseguito da professionisti della tortura e delle sevizie. Non, quindi, un omicidio legato a droga, ad una rapina o ad un fatto passionale. Regeni, hanno accertato gli inquirenti di piazzale Clodio, conduceva una vita ritirata, era molto legato alla fidanzata e non consumava droga. Dall'autopsia non è emersa alcuna traccia di sostanze stupefacenti.

Attesa per i risultati definitivi dell'autopsia - Inoltre non risultano schedature fatte in Egitto, anche se l'episodio di una foto scattata da uno sconosciuto durante l'assemblea di un sindacato indipendente aveva turbato il ricercatore universitario. Qualche elemento in più potrebbe arrivare al pm Sergio Colaiocco la prossima settima quando il medico legale Vittorio Fineschi depositerà i risultati definitivi dell'autopsia.

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