La legge sulle unioni civili non è stata approvata dal Senato proprio come l'avrebbero voluta Cirinnà, Renzi e nemmeno Alfano. Certo lo stralcio delle adozioni e la non equiparazione al matrimonio, era l'unica strada di buonsenso per affrontare una questione politica ma soprattutto etica spinosissima. E tuttavia il modo scelto da Renzi nella sua doppia veste, è bene ricordarlo, di Presidente del Consiglio e segretario del PD, è stato profondamente sbagliato.
Perché il premier ha tentennato per tutto il percorso, a volte favorevole all'impianto originale della legge, a volte contrario; a volte schiacciando l'occhio ai 5stelle, altre ad Alfano dando prova di una spregiudicatezza davvero sconosciuta alla politica italiana. Insomma poteva assumersi le sue responsabilità sin dall'inizio (come ama ripetere il Palazzo). Ma non lo ha fatto aspettando, per decidere, di vedere "l'aria che tira". A farlo scegliere, insomma, non è stato un ragionamento "alto", ma i calcoli parlamentari: quanti voti ho al Senato? Quanti ne perdo nel PD? Quanti ne prendo dagli altri?
Un autogol anche l'ennesimo ricorso alla Fiducia, un voto di legittimazione dell'esecutivo sul quale si è tuffato a pesce l'ALA di Verdini. Cosa che ha davvero fatto storcere il naso un po' a tutti: alle opposizioni ma anche alla sinistra non solo radicale. Con questo voto Renzi raggiunge il record di fiducie oltre quota 50, superando il governo Berlusconi che però aveva governato un anno di piu'. E stupisce che a votarla ci sia stato anche il senatore a vita Napolitano che –da Presidente della Repubblica- proprio contro l'abuso di questo istituto aveva tuonato definendolo “un'inaccettabile compressione delle prerogative delle camere”.
Brutta, bruttissima, poi, l'invenzione del supercanguro, l'ammazza-emendamenti inventato dal PD e approvato dal presidente del Senato Grasso il quale tuttavia non ha avuto l'ardire di riammetterlo sulla stepchild adoption. E che tuttavia peserà come precedente pericolosissimo sulla vita parlamentare futura.
Perché sulle unioni civili Renzi ha –lo dice lui- "rischiato l'osso del collo"? Non certo per "far vincere l'amore", come ha sostenuto nel solito tweet, ma per adescare un elettorato –quello gay- in cerca di un referente politico piu' efficace delle associazioni di riferimento nella società. Missione compiuta? Certamente no: con gli ultimi passi indietro rispetto al testo Cirinnà, il mondo omosessuale si è visto cancellare il dirittura d'arrivo una equiparazione totale al mondo etero. Nel partito i catto-demsono furiosi per le concessioni approvate dal Senato (così come una parte nel NCD di Alfano che ha votato contro) ed assai contrariata è la sinistra bersaniana, ma per i motivi opposti.
Insomma il voto sulle unioni civili lascia una maggioranza sbriciolata ed eterogenea; un leader triplofornista tirato per la giacchetta da destra e sinistra; un pericoloso super canguro pronto a saltare anche a Montecitorio; il record di oltre 50 fiducie; le associazioni omosessuali e quelle cattoliche su barricate contrapposte esattamente come prima. Questa sarebbe una vittoria?