DETENZIONE INIZIATA IL 26 NOVEMBRE

Turchia, scarcerati i due giornalisti accusati di spionaggio

I reporter erano stati arrestati dopo aver realizzato un'inchiesta sul traffico di armi verso la Siria

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Il tribunale di Istanbul ha deciso la scarcerazione di Can Dundar ed Erdem Gul, direttore e caporedattore del quotidiano di opposizione laica "Cumhuriyet", dopo che la Corte costituzionale turca ha giudicato una "violazione dei diritti" la loro detenzione, iniziata il 26 novembre scorso. I guai dei due giornalisti erano iniziati dopo aver realizzato un'inchiesta sul traffico di armi verso la Siria.

La decisione è una diretta conseguenza di quella di giovedì pomeriggio della Corte Costituzionale, che con un voto a maggioranza (12 contro 3) ha ritenuto che fossero stati violati i loro "diritti individuali, la libertà di espressione e di stampa".

Reporter accusati di spionaggio e propaganda terroristica - Dundar e Gul erano stati rinviati a giudizio dal tribunale di Istanbul con accuse che vanno dallo "spionaggio" alla "propaganda terroristica" per un'inchiesta del maggio scorso su un presunto passaggio di camion di armi dalla Turchia alla Siria.

L'inchiesta era stata pubblicata da "Cumhuriyet" alla vigilia delle elezioni turche del 7 giugno. Rivelazioni scottanti che avevano fatto luce sull'interesse di Ankara ad armare una minoranza turcomanna, potenziale testa di ponte nel possibile "grande gioco" di una spartizione del territorio siriano.

Le minacce di Erdogan dopo la pubblicazione dell'inchiesta - Dopo la pubblicazione dello scoop, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan aveva accusato i suoi autori di "tradimento" promettendo che avrebbero pagato "un caro prezzo". Il loro arresto aveva scatenato forti proteste a livello internazionale, rilanciando l'allarme sulla limitazione della libertà di stampa in Turchia.

La prima udienza del processo per Dundar e Gul è fissata per il 25 marzo. Entrambi rischiano l'ergastolo.

La lettera di uno dei reporter a Matteo Renzi - Dundar aveva anche scritto una lettera aperta ai leader Ue e un'altra direttamente al premier Matteo Renzi, chiedendo di non accettare compromessi con Ankara "su diritti umani e libertà di stampa" in cambio di un accordo sui migranti.

Il giro di vite sulla libertà di stampa in Turchia - La vicenda ebbe una grossa eco internazionale, anche perché "Cumhuriyet" è un giornale-bandiera del laicismo kemalista nella Turchia che Erdogan sta riportando alle sue radici islamiche. A costo anche di una repressione concretizzatasi da anni con ostacoli ai social network e soprattutto con l'arresto di numerosi giornalisti: un fatto stigmatizzato da organizzazioni internazionali, tra cui il Parlamento europeo.