Maria Giulia "Fatima" Sergio, la prima foreign fighter italiana che si troverebbe in Siria a combattere con l'Isis, è stata rinviata a giudizio con l'accusa di terrorismo internazionale. Lo ha deciso il gup di Milano, Donatella Banci Buonamici, che ha mandato a processo anche il padre, Sergio Sergio. Marianna, la sorella di "Fatima" arrestata a luglio e detenuta, è stata invece condannata a 5 anni e 4 mesi.
Il giudice ha in sostanza accolto l'impianto accusatorio del procuratore aggiunto di Milano, Maurizio Romanelli, e del Pm Paola Pirotta. Oltre alla condanna a 5 anni e 4 mesi, come chiesto dall'accusa, per Marianna Sergio, anche lei accusata di associazione con finalità di terrorismo internazionale, il gup nel processo abbreviato ha condannato anche Arta Kakabuni e Baki Coku, zii di Aldo Kobuzi, marito di Fatima, rispettivamente a 3 anni e 8 mesi e a 2 anni e 8 mesi. Condannata anche Lubjana Gjecaj a 3 anni, mentre è stato assolto per non aver commesso il fatto il marito Dritan Gjecaj, per il quale i Pm avevano chiesto 2 anni e 4 mesi.
Nel filone dell'udienza preliminare il gup ha mandato a processo (la prima udienza è fissata per il 13 aprile), oltre a Maria Giulia Sergio, anche il padre, che era accusato di organizzazione del viaggio per finalità di terrorismo, e il marito di Fatima Aldo Kobuzi, che si troverebbe anche lui in Siria a combattere con lo Stato islamico. Altri due latitanti sono stati rinviati a giudizio: si tratta di Donika Coku, madre di Aldo Kobuzi, e Haik Bushra, donna di origine canadese che avrebbe avuto un ruolo decisivo nell'indottrinamento e nell'arruolamento di Fatima e Marianna nelle file dell'Isis.
Stando alle indagini, Maria Giulia Sergio, ragazza di origine campana abitante a Inzago, nel Milanese, si sarebbe prima convertita all'Islam assieme a tutta la famiglia prendendo il nome di Fatima e poi sarebbe partita per la Siria, da dove avrebbe incitato anche i suoi genitori (la madre, anche lei arrestata lo scorso luglio, e' morta qualche mese fa) e la sorella a raggiungerla. Agli atti dell'inchiesta numerose intercettazioni nelle quali, tra le altre cose, Fatima esultava per la strage di Charlie Hebdo e si dichiarava pronta al martirio.