IL CASO

Killer di San Bernardino, l'Fbi insiste: "La Apple sblocchi quell'iPhone"

"Lo dobbiamo alle vittime della strage. Non ha nulla a che fare con un precedente". Ma Tim Cook non cede e contrattacca: "Il Congresso tuteli la privacy e le libertà personali"

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L'Fbi torna alla carica dopo il "no" della Apple al giudice che ha ordinato lo sblocco dell'iPhone di proprietà del killer della strage di San Bernardino, negli Usa. "Lo dobbiamo alle vittime - dice il direttore del Federal Bureau, James Comey -. Vogliamo avere la possibilità, con un mandato, di trovare il codice di accesso del terrorista senza arrivare all'autodistruzione del telefono". Tim Cook ha ribadito che Apple si oppone alla richiesta.

Comey ha esposto le sue ragioni in un editoriale pubblicato su "Lawfare blog", rispondendo così per la prima volta al no di Cook, che ha deciso di non collaborare per sbloccare l'iPhone.

"Il contenzioso non riguarda il tentativo di stabilire un precedente o inviare alcun tipo di messaggio - scrive Comey -. Riguarda le vittime e la giustizia. Vogliamo tentare di trovare quel codice senza impiegare un decennio per farlo correttamente. Questo è tutto".

Ma da parte di Apple non c'è alcun accenno di retromarcia: l'azienda si opporrà all'ordine di far sbloccare l'iPhone 5 del killer Syed Farook. L'amministratore delegato afferma che il Congresso dovrebbe creare una commissione per discutere la privacy e le libertà personali, ritirando così la richiesta dell'Fbi. E spiega le sue ragioni in una e-mail indirizzata ai dipendenti, sottolineando che Apple sarebbe "lieta di partecipare" a tale sforzo.

"Riteniamo - precisa - che la strada migliore sarebbe quella per il governo di ritirare le sue richieste in base al All Writs Act, formare una commissione di esperti sull'intelligence, la tecnologia e le libertà civili per discutere le implicazioni sulla sicurezza nazionale, la privacy e la libertà personale".

I familiari di alcune vittime hanno intanto annunciato che presenteranno un'istanza in tribunale a sostegno dell'ordine del giudice. Alcune delle persone rimaste ferite nella strage, invece, vogliono presentare un'azione legale nei confronti di Apple perché aiuti l'Fbi a sbloccare l'iPhone dell'attentatore. "Sono stati presi di mira dei terroristi, vogliono sapere perche'", ha detto Stephen Larson, un ex giudice federale e ora avvocato di alcune delle vittime. Il legale non ha voluto precisare quante persone rappresenta.