Dal libro al film. Quello di Umberto Eco e de "Il nome della rosa" oltre che letterario è stato un grande successo cinematografico. Nel 1986, infatti, Jean-Jacques Annaud curò la regia della pellicola con l'omonimo titolo. Con nel cast Sean Connery, Christian Slater e F. Murray Abramas, incassato 80 milioni di dollari nel mondo e ha vinto tantissimi premi, tra cui 4 David di Donatello, 3 Nastri d'argento, 2 Bafta e un Cesar.
Il film di Annaud era un "tradimento consensuale" del libro, e lo stesso Eco, come raccontava il regista, l'aveva spinto per tutto il film a tradire "bene il libro, perché per adattare bene bisogna tradire bene".
Il film, una produzione Italo-Franco-Tedesca, prodotto per l'Italia da Franco Cristaldi e costato 32 miliardi di lire, è ambientato nel XIV secolo e racconta la storia di una coppia di francescani (Connery e Slater) che risolve l'intricata matassa di una serie di misteriosi delitti avvenuti in una sperduta abbazia. La trasposizione cinematografica conserva l'atmosfera cupa ma smarrisce le citazioni che caratterizzavano il romanzo.