INCHIESTA SULLA SANITA'

Canegrati, zarina dell'odontoiatria: "Ho dato soldi a un sacco di gente"

Per il gip, la 54enne imprenditrice Maria Paola Canegrati ha "fatto della corruzione il principale, se non esclusivo, strumento per garantirsi" l'aggiudicazione degli appalti nel settore sanitario

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Maria Paola Canegrati, la 54enne "zarina" dell'odontoiatria lombarda arrestata nell'ambito dell'inchiesta sulle tangenti per la sanità in Regione, nelle interviste attribuiva il suo successo "alla fortuna". La sua "fortuna", però, era rappresentata dalla compiacenza retribuita di funzionari pubblici e del consigliere della Lega Nord, presidente della Commissione Sanità in Regione, Fabio Rizzi, e del suo braccio destro Mario Valentino Longo.

Era infatti Rizzi, anche attraverso Longo, che esercitava "il proprio potere e la propria influenza politica - scrive il gip Emanuela Corbetta nell'ordinanza di custodia cautelare - per assicurare l'espansione economica dell'imprenditrice Canegrati, sia facendole vincere le gare di appalto negli ospedali pubblici, sia tutelandone gli interessi nelle fasi esecutive, sia imponendo la sua presenza nelle strutture convenzionate, così da ottenere per sé e per i due soci significativi ritorni economici".

Così, si scopre dalle carte dell'inchiesta, la Canegrati e la sua società, il gruppo Odontoquality, era diventata la "padrona" dei servizi odontoiatrici esternalizzati nelle aziende ospedaliere lombarde. Tanto che il gip parla apertamente, nell'ordine di arresto, di un "sistema Canegrati" proprio in riferimento all'imprenditrice che avrebbe usato "come grimaldello i politici al suo remunerato servizio". Dalle indagini è emerso un "totale asservimento all'imprenditrice o piuttosto ai vantaggi personali dalla stessa garantiti" da parte di funzionari pubblici che proprio per questo avrebbero "disinvoltamente sacrificato i doveri connessi alla loro funzione".

E la Canegrati, secondo il giudice, ha "fatto della corruzione il principale, se non esclusivo, strumento per garantirsi l'aggiudicazione delle gare di appalto presso le strutture pubbliche o la gestione di centri odontoiatrici presso strutture convenzionate". Lei stessa, del resto, nelle intercettazioni ammette di aver "dato un sacco di soldi a un sacco di gente".