Quattro malviventi sono stati arrestati dai carabinieri di Nola, su disposizione del gip del tribunale di Napoli Nord, perché ritenuti responsabili, in concorso, di rapina e sequestro di persona ai danni di un autotrasportatore avvenuta il 9 novembre 2015 ad Arpino di Casoria.
Incastati dalle telecamere - In quell'occasione, i banditi si impossessavano di un tir porta-container che, nell'effettuare una manovra in curva, rimase incastrato proprio in una zona dove erano attive le telecamere di un sistema di video sorveglianza danneggiando anche il "cannoncino" posto all'ingresso dalla città di Saviano. La vittima della rapina, sotto minaccia armata, fu costretta a salire a bordo dell'auto dei rapinatori e, dopo circa un'ora, fu fatta scendere nelle campagne di Acerra. A Saviano, invece, fu rinvenuta la motrice abbandonata e il container carico di refurtiva nascosto in un capannone industriale in disuso. È verosimile che la banda abbia colpito quel tir poiché "informata" circa il fatto che trasportasse "piccoli elettrodomestici", ma certamente non poteva immaginare che ci fossero delle poco allettanti grattugie elettriche multifunzione.
Il nascondiglio - I quattro avevano istituito il proprio covo presso un bar di Marigliano, gestito da F. T., già salito alla ribalta della cronaca per l'omicidio di Enio Tatangelo avvenuto il 25 luglio 2009. Lo zio Luigi, invece, era stato arrestato nel 1999 in Grecia per traffico internazionale di stupefacenti. In manette anche V.S., già sorvegliato speciale perché ritenuto vicino al diversi clan camorristici della zona. Secondo gli investigatori sono loro due i veri specialisti della banda essendo stati arrestati più volte per episodi simili. Sono al vaglio degli investigatori altri colpi analoghi avvenuti nel Napoletano per accertare eventuali loro responsabilità.