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Festival di Sanremo 2016: le pagelle

La 66.ma è stata un'edizione senza particolari picchi verso l'alto o il basso, ma mediamente buona. Ma non sono mancate le eccezioni

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Festival di Sanremo 2016: le pagelle

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STADIO 8 - Hanno puntato tutto sull'emozione. Nel brano in gara con il dialogo padre-figlia, nelle cover con l'omaggio a Lucio Dalla. E hanno vinto tutto contro ogni pronostico. Se lo consideriamo anche un premio alla carriera è più che meritato.
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VIRGINIA RAFFAELE 8 - Sarebbe stata da 10 se non fosse andata (troppo) sul sicuro con la sua Belen. Ma con Ferilli, Versace e Fracci ha segnato momenti irresistibili. Per quanto meritasse di mostrarsi anche con il suo vero volto, è un peccato averla disinnescata nella finale.
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ELIO E LE STORIE TESE 6 - Sufficienza raggiunta con il colpo di reni della finale. L'impressione è che quest'anno a mancare fosse proprio la canzone. Non bella come nel passato per arrivare in alto, ma nemmeno così brutta da arrivare ultimi come si erano prefissi.
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ALESSIO BERNABEI 5.5 - Se non altro ha vinto la sfida a distanza con i suoi ex compagni. Nel rispondere alle accuse di plagio di un brano di Ariana Grande ha rischiato di peggiorare la situazione con una gaffe su Tiziano Ferro. Ma la sua canzone probabilmente si rifarà in radio.
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I SUPEROSPITI ITALIANI 7 - Da Pausini a Zero i loro momenti sono stati tra i più coinvolgenti di ogni serata. Gran parte del merito va all'effetto nostalgia dei medley di successo. Eros Ramazzotti ha anche trovato modo di dire (sulle unioni civili) quello che Elton John non ha detto.
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GARKO E GHENEA 5 - Al di là di incertezze e papere, si è passati da Arisa ed Emma, co-conduttrici che volevano farsi chiamare vallette, a due co-conduttori più belli che utili, valletti a tutti gli effetti. Passo indietro.
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CACCAMO-IURATO 5.5 - Dati per favoritissimi alla vigilia avevano tutti i numeri per vincere: campione in carica Nuove proposte, più vincitrice di "Amici" più una canzone di Giuliano Sangiorgi. Ma in questo caso la somma ha dato meno delle singole parti.
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ROCCO HUNT 6.5 - E' stato uno dei pochi a portare un po' di ritmo all'Ariston, pescando a piene mani dalla tradizione funky partenopea e omaggiando a suo modo Pino Daniele. Rischia di chiudersi in un cliché nelle tematiche dei testi.
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CLEMENTINO 6 - Voto che fa media tra l'insufficienza del brano in gara, poco originale e infarcito di qualche manierismo, e l'ottima prova offerta nella serata delle cover, quando si è messo a confronto con un gigante come De André. Uscendone in maniera più che dignitosa.
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I GIOVANI 7.5 - Da autori affermati come Ermal Meta a ex talent come Chiara Dello Iacovo. Passando per il vincitore Francesco Gabbani con il suo pop danzereccio ma intelligente. Buona parte delle Nuove proposte si sono dimostrate più interessanti di molti Campioni.
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LORENZO FRAGOLA 5.5 - L'anno scorso era stato catapultato sul palco dell'Ariston direttamente da X Factor con ancora le idee confuse. Un anno dopo si presenta con un brano fin troppo tradizionale. Dovrebbe osare di più.
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ENRICO RUGGERI 7.5 - Con la vittoria degli Stadio il suo quarto posto è la sorpresa (in positivo) maggiore. Ha trovato la quadra in un pezzo che si inserisce a buon diritto tra i suoi classici. Dopo "Mistero" è segno che a lui il rock a Sanremo porta bene.
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ANNALISA 6.5 - Intonazione perfetta, estensione notevole e adesso anche un'immagine più matura e sensuale. Annalisa ha pagato la difficoltà di un brano che arriva con il tempo e un filo di freddezza di troppo, che l'ha penalizzata anche nella serata delle cover.
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GLI OSPITI INTERNAZIONALI 5 - C'è stato un tempo in cui il cast di ospiti stranieri oscurava i cantanti in gara. Oggi invece, Elton John a parte, molti sono passati senza lasciare traccia, dando l'impressione di fare da riempitivo tra una canzone, uno stacco pubblicitario e un risultato da dare.
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BLUVERTIGO 5.5 - Problemi o meno della voce di Morgan, non convince il passaggio da gruppo new wave a neoclassico. "Semplicemente" sta in mezzo al guado. Molto meglio allora quando sposano completamente la tradizione come nella serata delle cover.
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NOEMI 6 - E' arrivata con i crismi della favorita e già la prima serata si è trovata tra quelli a rischio eliminazione. Una corsa a handicap figlia di un brano difficile, pieno di parole e senza un ritornello, e di un filo di emozione.
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PATTY PRAVO 9 - Si è presentata sul palco festeggiando 50 anni di carriera con un brano classico cucito su di lei apposta per esaltarne carisma e iconicità. E' tornata a casa con il delirio del pubblico e il premio della critica "Mia Martini".
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I COMICI 5 - Come l'anno scorso sono stati il tasto dolente del cast. Alcuni di livello imbarazzante, altri semplicemente con un compitino rappresentato dalla riproposizione di cose già sentite (Aldo, Giovanni e Giacomo ed Enrico Brignano). Fondamentalmente inutili avendo la Raffaele in squadra.
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FRANCESCA MICHIELIN 7 - La sua era una delle pochi canzoni che si distinguevano per sonorità e costruzione, anche se l'orchestra l'ha molto normalizzata rispetto alla versione in studio. Sul palco deve crescere di personalità ma è giovane, ha tutto il tempo.
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CARLO CONTI 8 - Ripetersi era una sfida quasi impossibile. Che lui ha vinto con uno spettacolo di varietà che ha condotto da cerimoniere perfetto, bravo a sopire (ma non censurare) qualsiasi minaccia di polemica. Baudo è il faro, ma Pippo il caso spesso lo cercava e creava.

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