Una donna di 32 anni, Laura Paoletti, ha sparato con un fucile da caccia al figlio di sei anni, Giosuè Lucaroni, e poi ha rivolto l'arma contro di sé. E' questo lo scenario ricostruito dai carabinieri sulla morte della donna e del bambino avvenuta in un appartamento al piano superiore di uno stabilimento di Sambucheto, nella zona industriale di Recanati (Macerata).
La porta di casa era chiusa, il fucile era accanto al corpo di Laura Paoletti, in una posizione tale da far pensare che, dopo aver sparato al volto del piccolo, si sia messa l'arma sotto il mento prima di far partire l'ultimo colpo.
A scoprire i corpi il padre della donna - A scoprire i corpi intorno alle 14, è stato il padre della donna al rientro a casa: lei e il bambino abitavano con lui temporaneamente, in attesa di trasferirsi in una casa in campagna in via di ristrutturazione.
Un rapporto difficile con il padre del bambino - Nel passato di Laura una relazione complessa con il padre del bimbo, un geometra trentanovenne del luogo, non sfociata in una vera e propria convivenza, ma in compenso approdata ad una burrascosa rottura, con denunce reciproche, tra cui una da parte di lei per stalking nei confronti dell'ex compagno.
Tra i motivi di tensione, la custodia del bambino e i tempi e modalità di visita del padre. Con l'assistenza di alcuni legali, era stato raggiunto da poco un accordo.
Laura Paoletti, laureata in economia, era titolare di un'attività di cartotecnica. L'ex sindaco di Recanati Fabio Corvatta, amico di famiglia, l'aveva incontrata una settimana fa e l'aveva trova "serena", gli aveva mostrato delle foto del figlio mascherato per Carnevale e avevano parlato di un recente viaggio in Inghilterra. Qualcun altro parla però di uno stato di "tensione emotiva" della donna, legato alla necessità di accudire il bimbo da sola.