Papa Francesco ha incontrato a L'Avana il patriarca di Mosca Kirill. I due, in una saletta dell'aeroporto della capitale cubana, dove Bergoglio è stato accolto da Raoul Castro, si sono scambiati quello che viene definito uno "storico abbraccio". Al termine dell'incontro hanno firmato una dichiarazione congiunta: "La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna".
Mai, prima d'ora, un vescovo di Roma aveva incontrato un patriarca di Mosca e quello tra Bergoglio e Kirill era programmato da tempo, da almeno due anni, inserito in un viaggio "impegnativo", ma "tanto voluto", come ha detto Papa Francesco in aereo ai giornalisti che erano a bordo con lui, "voluto da mio fratello Cirillo, da me e anche dai messicani". La sosta a L'Avana è stata infatti uno "scalo" del viaggio per il Messico dove il Pontefice si fermerà fino al 18 febbraio.
A L'Avana Papa Francesco e il patriarca Kirill non hanno solo fatto un primo passo per ricucire uno strappo millenario tra cristiani, ma nel colloquio avuto i due capi spirituali si sono confrontati su temi etici e strategici per la geopolitica mondiale.
Papa a Kirill: "Finalmente! Noi siamo fratelli" - "Finalmente, fratello", ha esclamato il Papa abbracciando Kirill, prima di portare la mano al cuore: "Siamo fratelli - ha ribadito - abbiamo tutto in comune". "Anche se le nostre difficoltà non si sono ancora appianate - ha risporto Kirill abbracciando Francesco - c'è la possibilità di incontrarci e questo è bello". "Abbiamo parlato come fratelli, abbiamo lo stesso battesimo, siamo vescovi".
La firma della dichiarazione congiunta - Papa Francesco e il patriarca Kirill al termine del loro colloquio hanno firmato una dichiarazione congiunta. Il testo è stato concordato e esaminato anche durante il colloquio riservato. Dopo la firma, i due si sono nuovamente abbracciati.
Tra i temi affrontati nella dichiarazione, l'appello alla comunità internazionale per porre fine alla persecuzione dei cristiani in Medio Oriente e delle violenze in Iraq e Siria, la deplorazione dello scontro in Ucraina e del terrorismo come crimine in nome di Dio. Ma anche la condanna all'aborto, l'eutanasia e alla procreazione assistita. Così come la definizione di famiglia come istituto fondato sul matrimonio tra uomo e donna.
"Speriamo che incontro contribuisca ad unità" - "Consapevoli della permanenza di numerosi ostacoli, ci auguriamo che il nostro incontro possa contribuire al ristabilimento di questa unità voluta da Dio, per la quale Cristo ha pregato", si legge in uno dei passaggi della dichiarazione congiunta.
"Comunità internazionale difenda cristiani" - "Chiediamo alla comunità internazionale di agire urgentemente per prevenire l'ulteriore espulsione dei cristiani dal Medio Oriente". Lo afferma la dichiarazione congiunta firmata da Papa Francesco e dal patriarca Kirill. "Il nostro sguardo si rivolge in primo luogo verso le regioni del mondo dove i cristiani sono vittime di persecuzione. In molti paesi del Medio Oriente e del Nord Africa i nostri fratelli e sorelle in Cristo vengono sterminati per famiglie, villaggi e città intere".
"Famiglia si fonda su unione uomo-donna" - "La famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna". "La famiglia è il centro naturale della vita umana e della società - si legge ancora nella dichiarazione -. Siamo preoccupati dalla crisi della famiglia in molti Paesi. Ortodossi e cattolici condividono la stessa concezione della famiglia e sono chiamati a testimoniare che essa è un cammino di santità, che testimonia la fedeltà degli sposi nelle loro relazioni reciproche".
Papa Francesco: "L'unità si costruisce camminando" -"Abbiamo parlato come fratelli, abbiamo lo stesso battesimo, siamo vescovi - ha detto il Papa dopo la firma della dichiarazione -. Abbiamo parlato delle nostre Chiese e ci siamo trovati d'accordo nel fatto che l'unità si costruisce camminando. Abbiamo parlato chiaramente, senza mezze parole, e vi confesso che ho sentito la consolazione dello Spirito per questo dialogo".