Negli anni della crisi, le imprese – quelle che sono riuscite a superare le difficoltà – hanno scommesso su se stesse, incrementando all'interno delle proprie strutture (intra-muros) la spesa per Ricerca e Sviluppo. Così, mentre diminuiva la spesa pubblica, le imprese aumentavano gli investimenti in R&S.
Secondo quanto emerge dall'indagine dell'Airi (Associazione italiana per la ricerca industriale) dal 2007 gli investimenti in innovazione delle imprese italiane, realizzati per l'appunto all'interno delle proprie strutture, risultano in crescita da 9,4 a 11,8 miliardi di euro. Una cifra che, sottolinea l'Airi, è pari ad una quota del 58% del totale dell'intera spesa in Ricerca e Sviluppo, pubblica e privata.
A trainare la spesa – circa il 70% – è il settore manifatturiero, in particolare nei segmenti dell'auto, pc, prodotti di elettronica e farmaceutica. Anche in questo caso emergono le due velocità dell'Italia: se è al Nord che vengono impiegati i maggiori investimenti, al Sud si attestano al 9% (16% nel Centro). Tra le regioni settentrionali, prevalgono Lombardia (27%), Piemonte (17%) ed Emilia Romagna (14%).
Stando agli ultimi dati Istat, nel 2013 la spesa per R&S intra-muros sostenuta da imprese, istituzioni pubbliche, istituzioni private non profit e università, ha sfiorato i 21 miliardi di euro. Rispetto al 2012 (quando fu di 20,5 miliardi di euro) la spesa è aumentata in termini sia nominali (+2,3%) sia reali (+1,1%). Rispetto al 2012 la spesa per R&S è aumentata nel settore delle imprese (+3,4%), in quello delle università e delle istituzioni private non profit (+3,3%), ma è diminuito nelle istituzioni pubbliche (-3,4%).
In generale, però, i problemi restano, nonostante la crescita della spesa in R&S registrata negli ultimi anni nel nostro paese. L'Italia, infatti, investe poco più dell'1% del Pil (1,29% nel 2014, dati Eurostat), quota perciò distante dall'obiettivo della Strategia Europa 2020 secondo cui la spesa destinata a Ricerca e Sviluppo dovrebbe attestarsi almeno al 3%. In Germania, ad esempio, gli investimenti in innovazione "pesano" per il 2,84%, in Francia per il 2,26%. Il nostro risultato coincide con quello del Portogallo, mentre siamo poco sopra la Spagna (1,2%).
Il dato medio dell'Ue si colloca al 2,03%, al di sotto degli investimenti che si registrano in altre economie (alcune emergenti). La Corea del sud spende il 4,15% del Pil, il Giappone il 3,47%, gli Stati Uniti il 2,81%, la Cina il 2,8%.