"Ci auguriamo che la libertà di coscienza su temi fondamentali per la vita della società e delle persone sia promossa con una votazione a scrutinio segreto". Lo ha detto il presidente della Cei Angelo Bagnasco, commentando l'iter del ddl Cirinnà sulle unioni civili. L'auspicio dell'arcivescovo di Genova è "che il dibattito in Parlamento sia ampiamente democratico, che tutti possano esprimersi, che le obiezioni possano essere considerate".
Le critiche di Ala e Sinistra italiana - "Adesso la Cei detta anche anche le regole del Senato? Mi pare un po' troppo". Così la senatrice Manuela Repetti, del gruppo Alleanza liberalpopolare autonomie, replica dal suo profilo Twitter alle parole del cardinale Bagnasco. Critiche sono arrivate anche da Nicola Fratoianni di Sinistra italiana: "In Italia sta succedendo di tutto, la Borsa crolla, i risparmiatori di alcune banche disperati e truffati , le inchieste su corruzione e pedofili si susseguono, la crisi economica colpisce sempre più ampie fasce di popolazione, i rischi del terrorismo internazionale e della guerra incombono su di noi, e il cardinale Bagnasco non trova di meglio che autonominarsi Presidente del Senato? Suvvia, siamo seri".
La vicepresidente del Senato: "Stupita da Bagnasco" - Sull'affermazione del presidente della Cei si è espressa anche la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli (Pd). "Mi ha molto stupita la dichiarazione del cardinal Bagnasco - ha detto -. Il dibattito e la modalità del dibattito in Senato sono decisi dal presidente del Senato e dal regolamento".
Il sottosegretario alla Giustizia: "Su voti decide Grasso" - "Credo che la serenità di giudizio del presidente del Senato non può essere messa in discussione da nessuno e quindi il governo si rimetterà non solo nel merito ma anche nel metodo alle decisioni che verranno prese nell'aula del Senato". Così il sottosegretario alla Giustizia Gennaro Migliore.
Il sottosegretario Pizzetti: "Non decide la Cei" -Il sottosegretario ai rapporti con il Parlamento, Luciano Pizzetti, ha replicato: "Le esortazioni sono giuste e condivisibili, ma come regolare il dibattito del Senato lo decide il presidente del Senato. Non il presidente della Cei".