"Stiamo aprendo un nuovo capitolo della fisica". Ne è convinto il coordinatore della collaborazione Virgo, Fulvio Ricci, secondo cui con la scoperta delle onde gravitazionali la fisica ha messo a segno una storica conquista. "Abbiamo a disposizione uno strumento di osservazione completamente nuovo: adesso possiamo studiare ciò che non si vede". Si aprono così le porte a un nuovo tipo di astronomia, quella gravitazionale.
Il mondo della fisica fa dunque un nuovo, grande, passo in avanti a meno di quattro anni dall'annuncio della scoperta del bosone di Higgs, che entusiasmò gli studiosi delle particelle di tutto il mondo. Occhi puntati ora sulla cattura dell'increspatura dello spazio-tempo generata da una catastrofe cosmica come la collisione tra due massicci buchi neri avvenuta un miliardo di anni fa.
"Quella del bosone di Higgs è stata una grandissima scoperta, ma completava un quadro standard - spiega Ricci -. Quello che stiamo vedendo adesso è invece qualcosa di completamente nuovo. E' molto più di una verifica, in condizioni estreme, della teoria della Relatività generale prevista un secolo fa da Albert Einstein".
Si aprono così nuovi scenari: "Adesso riusciamo a descrivere che cosa accade nell'universo per fenomeni che non si vedono". Un esempio: la collisione di buchi neri ricostruita sulle base del primo segnale di un'onda gravitazionale è un evento invisibile perfino ai telescopi più potenti perché non emette altro che onde gravitazionali.
Fino a oggi l'esistenza dei buchi neri veniva dedotta dall'osservazione di emissioni raggi X nei sistemi binari nei quali in cui c'è un buco nero, ma adesso le onde gravitazionali permettono di conoscere fenomeni come questi nei dettagli: "Queste prime misure classificabili - conclude Ricci - permettono di scrivere il nuovo capitolo della fisica chiamato gravitodinamica, che descrive i movimenti rapidissimi legati ai fenomeni gravitazionali".