PROSEGUONO LE INDAGINI

Media Egitto: "Giulio Regeni andò a una festa il giorno della scomparsa"

Il quotidiano filo-governativo Al Ahram smentisce l'ipotesi che il 28enne sia stato rapito mentre era diretto a un compleanno. - Il drammatico responso dell'autopsia: "Ucciso con un colpo alla testa" - Egitto, rilasciati due sospetti. Intanto la salma è arrivata in Italia- Il Cairo, sit-in all'ambasciata italiana per ricordare Giulio

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Il 25 gennaio Giulio Regeni non fu rapito mentre si stava recando a una festa. Ma a quel compleanno il giovane friulano ucciso in Egitto ha partecipato "in compagnia di un certo numero di amici". E' quanto scrive il quotidiano filo-governativo Al Ahram, riportando i risultati dell'inchiesta. Finora dai principali resoconti era emerso come Regeni fosse scomparso prima delle ore 20 proprio mentre era diretto alla festa.

"Le indagini degli uomini della Sicurezza hanno analizzato gli ultimi momenti prima della scomparsa della vittima - si legge sul quotidiano -. Si è constatato che egli era a una festa in compagnia di un certo numero di amici. Poi è scomparso".

"Si indaga su sue frequentazioni" - Sempre secondo il quotidiano, "gli inquirenti esaminano tutte le amicizie della vittima, sia con egiziani sia con stranieri residenti al Cairo, e i luoghi che Regeni frequentava". "Il generale Alaa Azmy, assistente del direttore del Dipartimento generale delle indagini di Giza, ha esaminato alcuni appartamenti per eseguendo accertamenti su coloro che li frequentano e li abitano".

Il governo egiziano: "Puniremo i colpevoli" - All'indomani della scarcerazione di due sospetti, il governo egiziano torna a promettere massimo impegno sul caso. "Non parlerò di questo direttamente né farò congetture, ma faremo di tutto per arrivare alla verità - ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, al Corriere della Sera -. Chiunque sia responsabile per questa tragica morte riceverà la punizione appropriata".

Alle accuse mosse da più parti alla polizia e alle forze di sicurezza de Il Cairo, il ministro replica: "Giudizi e insinuazioni ingiustificati e senza prove. Qualunque metodo usato contro la legge è totalmente condannato dal governo e sarà portato davanti alla giustizia. Se ci sono eccessi individuali a volte? Certo che ci sono, e bisogna migliorare la cultura contro questi eccessi e avere un monitoraggio che assicuri che non avvengano".

L'ambasciatore italiano: "All'obitorio scena drammatica" - L'ambasciatore italiano a Il Cairo Maurizio Massari, intervenuto alla trasmissione "In mezz'ora" di Lucia Annunziata, ha raccontato che "dopo aver avuto la notizia che avevano trasportato Giulio all'obitorio de Il Cairo mi sono subito recato lì, dove ho assistito alla scena drammatica del suo corpo che mostrava inequivocabili segni di violenza, percosse e tortura". Il diplomatico ha quindi spiegato di essere convinto che "anche l'intervento del presidente Al Sisi sia riuscito a smuovere la macchina governativa egiziana" portando al ritrovamento del corpo di Regeni. Il presidente, infatti, "si era impegnato personalmente sul caso per darci una risposta quanto prima".

Per quanto riguarda invece le indagini, "siamo alle prime battute: sarà un lavoro paziente e lento. Il team di investigatori italiano è giunto l'altro ieri sera, subito dopo la telefonata di Renzi al presidente Al Sisi, e ha avuto ieri il primo incontro con la controparte egiziana del ministero dell'Interno". L'ambasciatore ha comunque invitato a "evitare di precipitarci in conclusioni sulla collaborazione egiziana, certamente non sarà una collaborazione da dare per scontata. Il nostro team investigativo presenterò una lista di richieste alla controparte, nel giro di qualche settimana massimo capiremo come si sta sviluppando la collaborazione".