Sono state rilasciate le due persone fermate venerdì nell'ambito delle indagini sull'uccisione del 28enne friulano Giulio Regeni. Lo riferiscono fonti della sicurezza de Il Cairo, spiegando che si trattava di "sospetti" nei confronti dei quali non è stata formalizzata alcuna accusa che giustificasse un arresto. La salma di Regeni è arrivata a bordo di un aereo atterrato a Fiumicino.
"Anche se venerdì si era parlato di arresti in realtà si trattava solo di fermi, come normalmente avviene prima di una formalizzazione delle accuse", hanno sottlineato le fonti sostenendo che la polizia egiziana sta agendo rispettando le norme. Al momento non sono stati forniti altri dettagli utili a ricostruire il coinvolgimento dei sospetti nel caso della morte del ricercatore italiano.
Salma arrivata in Italia - A riportare in Italia la salma di Regeni è stato il volo di linea della Egypt Air proveniente da Il Cairo. A bordo c'erano anche i genitori del 28enne. Ad attendere il feretro, a nome del governo italiano, c'era il ministro della Giustizia Andrea Orlando.
All'Istituto di medicina legale dell'Università La Sapienza un collegio di esperti procederà all'autopsia sul cadavere, dopo quella egiziana. I funerali del giovane dovrebbero tenersi i primi giorni della prossima settimana a Fiumicello (Udine), suo paese d'origine.
Orlando: "Sia fatta giustizia" - "Sono qui per manifestare il mio profondo cordoglio e quello del governo e la vicinanza alla famiglia", ha detto Orlando. E ha aggiunto: "Sono qui anche per affermare la volontà del governo che venga raggiunta al più presto la verità e sia fatta giustizia, assicurando alla giustizia i responsabili". Poi il ministro ha incontrato i genitori del giovane. In un primo momento Claudio Regeni e Paola Deffendi pensavano di rientrare in Friuli già in serata. I due potrebbero invece restare a Roma fino a domenica.
Il Cairo, sit-in all'ambasciata italiana - Un sit-in sul retro dell'ambasciata italiana a Il Cairo ha commemorato il giovane. Al raduno hanno partecipato circa 500 persone, tra cui molti giornalisti e uomini della sicurezza. Tra le persone intervistate conoscenti di Regeni, attivisti per i diritti umani e civili, sindacalisti e almeno un noto politico e una scrittrice. Diversi anche i semplici cittadini venuti a testimoniare solidarietà all'Italia e alla famiglia di Regeni. Alcuni portavano candele e fiori. Sono stati mostrati anche alcuni cartelli tra cui uno denunciava l'uccisione di oppositori egiziani. Mazzi di fiori, candele e lumini sono stati posti accanto al cancello posteriore della rappresentanza diplomatica italiana.