L'Unione europea rivede leggermente al ribasso (-0,1%) le stime di crescita dell'Italia, che si attestano a +0,8% nel 2015, +1,4% nel 2016 e +1,3% nel 2017. "Dopo essere cresciuta moderatamente nel 2015, l'economia italiana guadagna slancio nel 2016 e 2017 col rafforzarsi della domanda interna", sottolinea Bruxelles. In rialzo dal 2,3% al 2,5% le stime sul deficit 2016, giù invece la disoccupazione: 11,9% nel 2015, 11,4% nel 2016 e 11,3% nel 2017.
Sulla crescita, l'Ue precisa che "la caduta dei prezzi del petrolio e una posizione di bilancio espansiva sosterranno la domanda e compenseranno il rallentamento degli export" registrato nella seconda metà del 2015".
Ritoccate al rialzo le previsioni sul deficit - La Commissione cambia poi al rialzo le stime sul deficit di bilancio per l'Italia: per il 2016 si stima un deficit al 2,5% e all'1,5% per il 2017 (contro i precedenti 2,3% e 1,6%). Quanto al rapporto tra debito e Pil, l'Ue prevede un'attenuazione al 132,4% quest'anno dopo il 132,8% del 2015, e il 130,6% nel 2017.
Disoccupazione in discesa - C'è il dato positivo della disoccupazione, che scende all'11,9% nel 2015, all'11,4% nel 2016 e all'11,3% nel 2017. Meglio rispetto alle previsioni precedenti, rispettivamente 12,2% 11,8% e 11,6%. "Gli sgravi sulle assunzioni hanno sostenuto l'aumento del numero degli occupati visto nel 2015", scrive Bruxelles. "Con il rafforzarsi della ripresa, l'occupazione continuerà ad aumentare nel 2016 e 2017. Ciononostante, la disoccupazione scende gradualmente". E "la pressione sul costo del lavoro resterà limitata in parte per i tagli al cuneo fiscale".
Pil Eurozona limato all'1,7% - Nella zona euro la crescita dovrebbe raggiungere quest'anno l'1,7% rispetto all'1,6% dello scorso anno, per attestarsi all'1,9% nel 2017 secondo le previsioni d'inverno della Commissione. A novembre Bruxelles vedeva un Pil 2016 all'1,8%. Per l'Ue, invece, si prevede che la crescita economica rimanga stabile all'1,9% quest'anno, salendo al 2% l'anno prossimo. Le previsioni, sottolinea la Commissione, "indicano prospettive generali di crescita sostanzialmente invariate dall'autunno, anche se aumenta il rischio che, soprattutto a causa di fattori esterni, la crescita risulti inferiore a quanto anticipato".