Renzi ha uno strano rapporto con l'Unione Europea. Ogni giorno scopre qualcosa che non va nelle disposizioni, nei regolamenti, nelle strategie, nelle direttive, negli accordi con e di Bruxelles. Un atteggiamento che ricorda molto il sottotitolo di "Ff Ss", un vecchio film di Arbore: “Che mi hai portato a fare sopra Posillipo se non mi vuoi più bene?”
Il nostro presidente del Consiglio non perde occasione per criticare l'Unione, salvo poi andare a Ventotene per omaggiare Spinelli. Chiede una condivisione europea per affrontare il problema dell'immigrazione extracomunitaria e poi si accontenta dell'accordo con Frontex che sostanzialmente allarga gli impegni italiani fino a poche miglia dalla costa libica per recuperare i potenziali naufraghi dei famigerati barconi e consente che i nuovi migranti salvati dalle navi straniere vengano sbarcati direttamente nei nostri porti.
Rifiuta, Renzi, la nostra partecipazione economica al piano comunitario di finanziamenti alla Turchia perché i rifugiati siriani restino al di la' dei Dardanelli, e poi si dice pronto a concorrere a quella spesa chiedendo condizioni risibili o farlocche –come quella di tenere tale spesa fuori dal patto di stabilità quando la Commissione ha ampiamente deliberato in proposito già da tempo- . Rifiuta le “lezioncine” europee ma lo fa mentre è in visita nel Ghana tanto da far esclamare alla vignetta di Altan “era ora di fare la voce stridula con l'Europa!”
Renzi, e il suo ministro dell'Economia Padoan, oggi sostengono che il bail-in, la disposizione comunitaria che in caso di fallimento delle banche riversa sui correntisti delle stesse gli oneri di ripianamento, va assolutamente riformato. Ma quando fu varato, il 15 maggio 2014, il premier e suoi ministri erano gia' al governo da tre mesi. Possibile che il “tecnico” Padoan, già –badate bene- capo economista dell'Ocse, non si fosse accorto di niente?
E il continuo stillicidio delle polemiche tra Juncker e il nostro premier che proprio recentissimamente ha addirittura minacciato di sfiduciare il presente della Commissione?
Potremmo poi parlare della flessibilità, degli sforamenti di bilancio, dei controversi rapporti con la Merkel e la Germania e chi piu' ne ha più ne metta. Ma allora –la domanda è d'obbligo- che ci stiamo a fare dentro l'Unione Europea che piglia l'Italia a schiaffi un giorno sì ed uno no, con Matteo Renzi che ricambia simpaticamente il favore? Eh sì, "che mi hai portato a fare sopra Posillipo, se non mi vuoi più bene".