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Coronavirus, Galli: "Temo che il vaccino non arriverà prima della fine del 2021"

Secondo Trump arriverà entro il 2020. Per il direttore malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano "è sbagliato usarlo come slogan politico"

"Ho messo via una bottiglia di champagne per il vaccino anti-Covid, ma temo che non lo stapperò prima della fine del 2021". Lo ha detto Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell'Ospedale Sacco di Milano, commentando le affermazioni del presidente americano Donald Trump, secondo cui invece il vaccino arriverà entro il 2020.

"Allo stato attuale - ha ricordato Galli durante la trasmissione tv Agorà - quasi nessun vaccino ha superato la fase 1 della sperimentazione. E quando ci sarà bisognerà produrlo per le esigenze mondiali, distribuirlo e somministrarlo. E tutto questo mi preoccupa".

"E' sbagliato usare il vaccino come slogan politico. Ora non lo abbiamo e non lo avremo in autunno per l'inizio delle scuole. Mi preoccuperei piuttosto della campagna vaccinale per l'influenza", ha concluso.

Oltre la mascherina: sulle tute anti-Covid compaiono i ritratti dei sanitari della Rianimazione di Piacenza

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Vedere in faccia chi ti cura e fa l'impossibile per salvarti la vita "può migliorare la condizione del paziente". Con questo obiettivo è nato il progetto PPE Portrait Project, ideato da Mary Beth Heffernan L.A. (Usa) che Concorto Film Festival ha portato in Italia insieme all'Azienda Usl di Piacenza. Così in una delle città più colpite dal coronavirus e in una delle Rianimazioni dove ci si è battuti in prima linea nel corso della pandemia, i sanitari che indossano le tute anti-Covid non mostreranno ai ricoverati solo gli occhi. Ma tutto il loro volto, e soprattutto i loro sorrisi, stampati su adesivi poi attaccati ai camici. Questo perché "dalla prospettiva del paziente, non vedere il viso di nessuno per giorni e giorni, non riconoscere nemmeno lo staff che lo cura, tutto questo può determinare un'esperienza di grande isolamento e solitudine". Perciò "nelle scorse settimane, in Malattie infettive, è stato allora allestito un vero e proprio set, dove il fotografo Daniele Signaroldi, con l'aiuto di Chiara Granata e Francesca Ferrari, ha ritratto 41 operatori sanitari tra medici, infermieri e oss che operano nel reparto", si legge nel post su Facebook che riporta la notizia. "Le foto sono state graficamente impaginate da Giulia Ripa e stampate su una carta adesiva molto resistente per essere collocate all'esterno dei dispositivi di protezione individuale. Quasi mille scatti adesivi sono stati consegnati al personale sanitario che li sta attualmente utilizzando sulle proprie tute", conclude la nota

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