Osservatore romano, il silenzio assordante sul Family Day
In prima pagina sull'organo ufficiale Vaticano non c'è la notizia. Avvenire la riporta in grande evidenza. Ecco perché
Niente. Sulla prima pagina dell'Osservatore Romano, il quotidiano del Vaticano, nemmeno una parola sul Family Day. Eppure non c'è giornale italiano che l'abbia ignorato, parlandone diffusamente con articoli e grandi fotonotizie. Un contrasto così forte ed evidente che non può non essere stato “imposto” dal trono di Pietro dove siede, è bene ricordarlo, un gesuita. Family day, al contrario, in bella evidenza sull'Avvenire, il quotidiano dei Vescovi italiani.
Due diverse linee politiche che si prestano ad una prima lettura tutta interna alla Chiesa Romana: Papa Francesco e la Cei non sono in sintonia. Due diversi modi, probabilmente, di interpretare il Magistero Romano: dogmatico e politico quello del cardinal Bagnasco, capo della Conferenza Episcopale, più soft,diplomatico e meno conservatore quello di Bergoglio.
Bagnasco, che dopo l'alluvione di Genova si presentò nei vicoli in pompa magna, con abito talare da Principe della Chiesa con tanto di crocifisso d'oro sul petto e a bordo di una lussuosa limousine. Papa Francesco, l'uomo venuto dall'altro capo del mondo, che gira sulle utilitarie, indossando vecchi mocassini sformati e che sfoggia invece del sigillo piscatorio in oro, il suo vecchio anello episcopale in piu' modesto argento.
Dopo aver sponsorizzato fortemente il Family Day Bagnasco però non si è fatto vedere allla manifestazione del circo Massimo. Ad impedirglielo non puo' essere stato che un'autorità cui non si puo' rispondere no. Poi c'è una lettura politica della freddezza di Bergoglio rispetto alla manifestazione romana. Il papa, come nessuno dovrebbe dimenticare, è un Gesuita. La letteratura anti-gesuititca–si legge sul sito ufficiale della Compagnia- ha creato un luogo comune ad effetto: i gesuiti sono persone senza scrupoli che usano l'evangelizzazione per arrivare al potere. E di antigesuiti in Italia ce ne sono molti! E allora –nel migliore dei casi- il Papa ha voluto sgombrare il campo da questa facile e negativa accezione: chiesa e politica sono due cose separate.
Nel peggiore ha in qualche misura pensato che appoggiare il Family day sarebbe stato pericolosissimo per la sorte della Cirinna' e dello stesso governo Renzi. Insomma un cambio di passo deciso rispetto ai suoi predecessori, molti dei quali abituati ad entrare a gamba tesa su tutte le questioni appena appena in odore di etica, dal divorzio, all'uso della scomunica, alle famiglie (tradizionali) di fatto, alla omosessualità, alla carità cristiana, alla corruzione e chi più ne ha piu' ne metta. Ma la questione è: sarà già pronto il paese per questa rivoluzione etico-teologica?
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