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Strage Beirut, fonti di intelligence: commando ha agito con complici nel porto | Usati inneschi al fosforo bianco

Aumenta il bilancio delle vittime: sono 137 i morti e 5mila i feriti. A organizzare l'attacco una fazione sciita libanese

Beirut, un cumulo di polvere: ecco cosa rimane del deposito esploso

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Una fazione sciita libanese avrebbe organizzato l'attacco al porto di Beirut che ha causato la strage di martedì. E' quanto rivelano alcune fonti di intelligence raccolte da Tgcom24. Il commando avrebbe scatenato l'inferno usando almeno 25 inneschi incendiari al fosforo bianco. Per poter agire hanno avuto un aiuto fondamentale da parte di complici del porto di Beirut. E forse proprio per questo motivo il governo ha fatto arrestare alcuni dipendenti della struttura.

Il commando è fuggito - Il commando subito dopo aver piazzato gli inneschi che hanno generato l'incendio doloso sono fuggiti dalla città e si sono dileguati lungo il confine tra Libano e Israele, nella zona dove opera la fazione sciita che ha organizzato l'attentato. Non è chiaro se gli attentatori erano a conoscenza della quantità di nitrato d'ammonio presente e del fatto che ci fosse anche un arsenale in uno dei magazzini. Forse l'esplosione è andata ben oltre le loro intenzioni.

Alzare la tensione con Israele - L'obiettivo che si fa sempre più strada è quello dell'aumento della tensione con Israele. A poche ore dalla sentenza dell'Onu sui quattro membri di Hezbollah coinvolti nell’omicidio dell'ex premier Rafiq Hariri e soprattutto la volontà di accusare Israele. Ma l'effetto domino causato dall'incendio che ha fatto saltare in aria deposito e arsenale potrebbe alla fine rivelarsi controproducente.

Beirut, la fotosequenza della devastante esplosione

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Aumenta il bilancio delle vittime - Sono almeno 137 i morti e 5mila i feriti della tragedia di martedì. Lo rende noto il ministero libanese della Sanità. Le enormi esplosioni hanno anche distrutto migliaia di abitazioni, lasciando almeno 300mila persone senza un tetto.

Militare italiano ferito: "Siamo preoccupati per la popolazione" - "Ricordo un boato fortissimo, indescrivibile. Gli eventi si sono susseguiti in maniera molto veloce. Subito dopo l'esplosione, c'è stato un  attimo si smarrimento perché l'evento era del tutto imprevisto, però fortunatamente stiamo tutti bene". A dirlo è Roberto Caldarulo, il soldato italiano lievemente ferito nell'esplosione al porto di Beirut. "Io ho visto dopo che avevo un po' di sangue sulla mano, ma nulla di trascendentale", ha aggiunto. "La cosa che ci preoccupava e che tutt'ora ci preoccupa è la situazione della popolazione libanese. Noi l'abbiamo vissuta, ma siamo stati davvero fortunati, mentre tante altre persone purtroppo no", ha aggiunto.

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