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Corruzione, l'Italia è penultima in Europa: peggio di noi solo la Bulgaria

La situazione migliora ma il nostro Paese resta fanalino di coda. Siamo al decimo posto nel G20 e 61esimi nel mondo secondo l'ultimo rapporto in materia realizzato da Transparency International

-afp

In lieve miglioramento, ma ancora fra le ultime in Europa: così si classifica l'Italia quanto a corruzione nel settore pubblico e politico nell'ultimo rapporto relativo al Cpi, l'indice di percezione della corruzione redatto dal Transparency International. Sessantunesima nel mondo, l'Italia a livello europeo è seguita solo dalla Bulgaria.

L'indice di percezione della corruzione di Transparency International offre la misurazione nel settore pubblico e politico di 168 Paesi nel mondo. I risultati della ventunesima edizione vengono presentati a Roma alla sede di Unioncamere da Virginio Carnevali, presidente di Transparency International Italia, Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, e Ivan Lo Bello, presidente di Unioncamere.

A livello di G20 l'Italia si piazza al decimo posto, dopo Canada, Germania, Regno Unito, Australia, Stati Uniti, Giappone, Francia, Corea del Sud e Arabia Saudita. Nell'Unione europea, invece, a guidare la classifica dei Paesi con l'indice di percezione della corruzione più basso sono Danimarca, Finlandia e Svezia.

Tra gli ecosistemi mondiali il dossier sottolinea il crollo del Brasile, duramente colpito dal "caso Petrobras", che ha perso 5 punti scivolando dal 69esimo posto al 76esimo, mentre al vertice e in coda alla classifica la situazione rimane pressoché invariata: Afghanistan, Somalia e Corea del Nord si confermano anche quest`anno come i Paesi più opachi, mentre la Danimarca è nuovamente campione di trasparenza.

"Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un' inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento per i prossimi anni", commenta Carnevali: "Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere. In questi giorni la Camera ha approvato le norme sul whistleblowing, le pubbliche amministrazioni stanno diventando via via più aperte e trasparenti, una proposta di regolamentazione delle attività di lobbying è arrivata a Montecitorio. Azioni queste che denotano come una società civile più unita su obiettivi condivisi e aventi come focus il bene della res publica porti necessariamente un contributo fondamentale al raggiungimento di traguardi importanti".

Per Ivan Lo Bello " un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato".

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