DIVERSI CASI ANCHE IN EUROPA

Zika, cresce l'allerta per il virus Caso sospetto anche in Italia

L'Oms ha fatto sapere che il virus si diffonderà rapidamente in America. In Brasile 4mila casi di microcefalia. Prime infezioni anche in Nord Europa e in Portogallo. LA SCHEDA - Il nuovo virus, spettro delle donne incinte

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Cresce l'allarme per il virus Zika che, secondo l'Oms, si diffonderà rapidamente in America. Appello di Obama: "Accelerare la ricerca". Preoccupazione anche nel resto dell'Europa, dove sono state registrate, in Gran Bretagna, Italia, Portogallo e Spagna, infezioni in persone che rientravano da viaggi nei Paesi dove è presente la zanzara Aedes, vettore del virus. Primi casi anche in Danimarca e Finlandia. Putin: "Alzare l'allerta".

La scorsa settimana erano stati segnalati tre casi di contagio dal servizio sanitario britannico. Anche il cittadino danese che ha contratto il virus aveva viaggiato in Centro e Sudamerica, secondo quanto riferito dalla radio Dr che cita fonti ospedaliere della città di Aarhus. Sono cinque, invece, i casi registrati in Portogallo. Sarebbero stati infettati durante un viaggio in Brasile. Le autorità sanitarie europee riferiscono di attendersi nuovi casi tra i viaggiatori, ma precisano che la trasmissione locale e' improbabile.

Caso sospetto in Italia - Una suora di 70 anni, rientrata pochi giorni fa dalla Colombia dove si trovava per una missione dedicata ai bambini, è stata ricoverata la scorsa notte in stato febbrile. I medici temono che si possa trattare di un contagio da virus zika. La 70enne è stata così trasferita allo Spallanzani di Roma. Per l'esito del test saranno necessarie 24 ore.

Dal Sudamerica
- L'infezione, trasportata dalla zanzara Aedes Aegypti, è particolarmente diffusa in Sudamerica, ma si sta estendendo nei Paesi del Centro America. Anche negli Stati Uniti si segnalano i primi quattro casi di persone che hanno contratto il virus mentre si trovavano all'estero.

In Brasile 4mila casi di microcefalia - In Brasile, in particolare, la vicenda ha assunto i connotati di una vera e propria epidemia. I casi di microcefalia, la grave patologia fetale che gli esperti sospettano sia causata dal virus Zika, sono oltre 4mila secondo quanto affermano i media locali. Il Paese sudamericano è quello che ha registrato il maggior numero di infezioni da Zika: il ministero della Sanità stima che nel 2015 siano state tra 497.593 e 1.482.701.

Primo caso negli Usa - E' risultato positivo al virus Zika un cittadino dell'Arkansas, come ha annunciato il dipartimento della Salute. Anche in questo caso si tratta di una persona che era stata in Brasile a maggio.

Obama: accelerare la ricerca - La Casa Bianca ha detto che "il presidente ha posto l'accento sulla necessità che vengano accelerate le ricerche per ottenere test diagnostici piu rapidi e per sviluppare vaccini e terapie, oltre che fornire una migliore informazione".

Putin: "In arrivo qualcosa di disgustoso" - Vladimir Putin ha chiesto al ministro della Salute russo, Veronika Skvortsova, di prestare attenzione all'eventualità che il virus Zika arrivi in Russia dall'America Latina. "Qualcosa di disgustoso sta anche arrivando dall'America Latina - ha detto il presidente russo -. Qualche virus. Di certo le zanzare non voleranno sull'Oceano, ma persone infette potrebbero ben farlo e lo stanno facendo. Questo virus è già apparso in Europa".

L'Oms: "Diffusione rapida in America" - L'Organizzazione mondiale della sanità ha fatto sapere che il virus si diffonderà rapidamente in tutto il territorio dell'America, esclusi Cile e Canada. Il virus viene trasmesso dalle zanzare ed è presente nel sangue delle persone infette. La malattia in sè non è pericolosa, ma in coincidenza con l'epidemia in Brasile e in altri Paesi si è verificato un netto aumento delle nascite di bambini affetti da microcefalia, una grave malformazione del cranio e del cervello.

Portorico: "19 casi" - L'isola caraibica di Portorico ha comunicato di aver diagnosticato la malattia a 19 persone, nessuna delle quali fortunatamente incinta. E la Colombia insieme con il Brasile, il Paese più colpito, ha decretato il primo livello di allerta con la previsione di 600.000 casi di infezione per il 2016. Ad oggi sono stati confermati 13.808 casi di cui 890 donne incinte.