Per non dimenticare

Gb, la tecnologia dei videogame farà "rivivere" i testimoni della Shoah

I sopravvissuti allo sterminio saranno filmati e risponderanno alle domande delle future generazioni grazie alla realtà virtuale

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Ogni volta che si ascoltano le testimonianze degli ultimi sopravvissuti della Shoah, la domanda che sorge inevitabile è sempre la stessa: "E quando non ci saranno più, chi penserà a tramandare le loro storie?". Da qui parte il progetto Interact dell'Università di Huddersfield, in Gran Bretagna, che promette di far "rivivere" gli anziani testimoni dell'orrore nazista grazie alla realtà virtuale, usando tecnologie del tutto simili a quelle dei videogiochi.

L'idea di base è semplice: registrare i sopravvissuti ancora vivi mentre parlano delle persecuzioni naziste, della vita nei ghetti e nei campi di concentramento, chiedendo loro di rispondere a centinaia di ipotetiche domande. I filmati saranno poi proiettati in 3D e un software sarà in grado di analizzare le domande poste dal pubblico, in modo da suggerire al "sopravvissuto virtuale" la risposta più appropriata, in maniera - assicurano gli esperti - perfettamente realistica.

In Inghilterra si stima vivano ancora circa 800 persone scampate all'Olocausto. Molte di loro hanno superato i 90 anni e sono troppo anziane o deboli per continuare ancora a lungo la loro attività di testimonianza. "Lo scopo di Interact - spiega la professoressa Minhua Ma, coordinatrice del progetto e docente di Digital Media & Games - è quello di offrire l'esperienza arricchente dell'interazione umana. Un giorno, quando nessuno dei superstiti ci sarà più, saremo in grado di aiutare le giovani generazioni a capire meglio la storia".