Nei prossimi due anni

Lavoro: la disoccupazione potrebbe aumentare nel mondo nei prossimi due anni

A sostenerlo è l'Ilo, secondo cui il numero di disoccupati dovrebbe aumentare di 2,3 milioni quest'anno e di ulteriori 1,1 milioni nel 2017

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Regno Unito e Germania rappresentano un'eccezione in Europa. Il mercato del lavoro europeo sta ripartendo, vero, ma in molti paesi i livelli occupazionali restano sostanzialmente inferiori a quelli del periodo pre-crisi. E gli elementi che hanno permesso ora una ripartenza (tra gli altri il crollo del prezzo del petrolio) potrebbero in futuro non giovare allo stesso modo.

Secondo il recente rapporto dell'Ilo (l'Organizzazione Internazionale del Lavoro, agenzia delle Nazioni Unite), il World Employment And Social Outlook - Trends 2016, il rallentamento delle economie emergenti e la guerra dei prezzi del petrolio (che, nel lungo periodo, potrebbe indebolire i paesi produttori) sta minando la ripresa dell'occupazione su scala globale.

In estrema sintesi, nei prossimi due anni, nel mondo, la disoccupazione potrebbe aumentare ancora. Per l'Ilo, insomma, il numero di disoccupati dovrebbe aumentare di 2,3 milioni quest'anno e di ulteriori 1,1 milioni nel 2017, avvicinando il numero complessivo alla quota (record) di 200 milioni.

Certo, nei paesi industrializzati, si osserva nell'indagine, il tasso di disoccupazione ha registrato negli ultimi tempi una dinamica inversa, soprattutto in quei paesi – quali Italia e Spagna – che hanno beneficiato del contesto internazionale più favorevole. Ma la crescita degli occupati non sempre è direttamente proporzionale alla qualità dell'occupazione. Anzi, spesso si tratta di occupazione non standard (argomento, quest'ultimo, cui l'Ilo presta particolare attenzione). Senza dimenticare, in questo senso, le ripercussioni sui salari. In più, in Europa, quasi la metà dei disoccupati risultano essere a rischio povertà.

I tassi di disoccupazione dei paesi europei che hanno osservato dei miglioramenti restano comunque, nella maggior parte dei casi, più alti dei livelli pre-crisi. Non la Germania, che a dicembre 2015 ha visto scendere il tasso di disoccupazione al 6,3% (il numero dei disoccupati è diminuito di 14 mila unità, oltre le seimila indicate dalle stime iniziali), ai minimi dai tempi della riunificazione tedesca.

Anche il Regno Unito presenta un mercato del lavoro in salute, come comunicato dall'Office For National Statistic (ONS). Il tasso di disoccupazione è sceso al 5,1% dal precedente 5,2% e si tratta del valore più basso da ottobre 2005. Inoltre, il numero delle richieste di sussidi alla disoccupazione è calato nell'ultimo mese del 2015 di 4.300 unità: dati al di sopra delle attese. Gli occupati sono aumentati di 267 mila unità, mentre i salari sono cresciuti del 2%, poco al di sotto delle previsioni che stimavano un incremento del 2,1%.