L'Isis ha ufficializzato la morte di Abu Muharib al-Muhajir, meglio noto a tutti come Jihadi John, il boia responsabile di numerose decapitazioni di prigionieri stranieri filmate e circolate sul web. La conferma è arrivata attraverso "Dabiq", la rivista dello Stato islamico.
Il boia dello Stato islamico era stato dato per ucciso in un attacco americano contro i jihadisti a Raqqa, in Siria, lo scorso 13 novembre da fonti britanniche e del Pentagono.
Nell'ultimo numero di "Dabiq", la pubblicazione in inglese dell'Isis, Jihadi John è ricordato con un vero e proprio necrologio, accompagnato da una foto, nel quale viene chiamato Abu Muharib al-Muhajir. Nell'articolo si racconta che la madre del boia era yemenita e che lui era cresciuto a Londra, "un luogo che odiava come odiava i suoi infedeli abitanti".
Mohammed Emwazi era uno degli uomini piu' ricercati al mondo, da quando comparve la prima volta in video nell'agosto del 2014 per annunciare la decapitazione del giornalista americano James Foley. Seguirono i filmati delle macabre uccisioni di un altro giornalista Usa, Steven Sotloff, del cooperante americano Abdul-Rahman Kassig, dei britannici David Haines e Alan Henning e del giornalista giapponese Kenji Goto. Da allora, Emwazi è diventato l'obiettivo dei servizi segreti e degli attacchi delle forze americane in Siria.
Lo scorso novembre la notizia che un drone americano lo aveva colpito a morte a Raqqa, in Siria. Nessuna conferma ufficiale è mai arrivata né da Washington né da Londra anche se il Pentagono dichiarò che c'era la "ragionevole certezza che Jihadi John è morto" e il premier britannico David Cameron si affrettò a dire che l'attacco vicino alla roccaforte di Raqqa è stato uno sforzo congiunto di Gran Bretagna e Stati Uniti.