PROBLEMI DELL'IMMIGRAZIONE

Juncker: l'Unione europea minacciataTusk: "Due mesi per salvare Schengen"

L'allarme del Presidente della Commissione Ue sui problemi dell'immigrazione: "I governi che attaccano Bruxelles si guardino allo specchio: anche loro sono Bruxelles"

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"Oggi è a rischio Schengen, domani ci si chiederà perché avere una moneta comune: l'Unione europea è minacciata alla base e forse non ci si rende conto". Il leader della Commissione Ue Jean-Claude Juncker lancia l'allarme parlando dei problemi sull'immigrazione alla Plenaria di Strasburgo e il presidente del Consiglio Donald Tusk avverte: "Abbiamo due mesi per salvare la libera circolazione".

Sessanta giorni, secondo Tusk, è il tempo che resta per "rimettere la situazione migratoria sotto controllo: il Consiglio di marzo sarà l'ultima occasione per vedere se la nostra strategia funziona. Altrimenti affronteremo una crisi come il crollo di Schengen".

Juncker: "Serve una politica comune" - "Senza un'azione comune - ha detto ancora Juncker -, senza una politica europea dell'immigrazione, Schengen non sopravviverà". E, attaccando gli Stati inadempienti: "Alcuni governi sono veloci ad attaccare Bruxelles, ma si guardino allo specchio. Anche loro sono Bruxelles".

I controlli alle frontiere e i costi - "Alcuni Paesi hanno allegramente reintrodotto i controlli alle frontiere - ha poi aggiunto - ma domani ci verrà chiesto di rendere conto dei grandi costi economici che questa decisione comporta. Ci si chiederà allora che senso abbia una valuta unica in Europa se non e' garantita la libera di circolazione dei cittadini".

Lunedì era circolata, infatti, l'indiscrezione che la Slovenia e la Croazia potrebbero sospendere Schengen, con la reintroduzione dei controlli di documenti ai confini.

"Italia, mio piano già in azione" - Juncker è poi tornato sulle tensioni degli ultimi giorni con l'Italia, dicendo: "C'è chi ritiene che la Commissione non sia stata sufficientemente attiva, ma non è vero. Il piano di investimenti è in azione. Sono stati già mobilitati 40 miliardi. E 11 di questi progetti sono in Italia". E ha aggiunto: "A chi mi chiede di dimettermi per aver fallito sulla crisi migratoria, dico che non sono d'accordo e che non bisogna perdersi d'animo, ma lavorare uniti".