I maggiori istituti di credito italiani finiscono sotto la lente della Banca centrale europea. La Bce ha infatti avviato una verifica sui non performing loans (Npl) detenuti dalle varie banche, ovvero i crediti, cosiddetti deteriorati, per i quali la riscossione è incerta, sia come tempi, sia per l'ammontare dell'esposizione. Francoforte vuole controllare quindi la corretta classificazione dei Npl prima della loro eventuale cessione.
Gira e rigira il problema è sempre lo stesso: i crediti deteriorati. La Banca Centrale Europea vuole vederci chiaro mentre la bad bank non decolla e la ripresa economica neanche. La miscela è bastata oggi a mandare al tappeto le banche italiane con vendite da panic selling a Piazza Affari.
A innescare il fuggi fuggi degli investitori le indiscrezioni su una nuova iniziativa del Single supervisory mechanism, la vigilanza dell'Eurotower, con l'invio di questionari alle banche europee per un esame dei non performing loans, ovvero i crediti deteriorati, in parallelo con l'attività ispettiva a verifica del livello delle coperture. Proprio i timori legati a un controllo su un punto debole per gli istituti della Penisola e il rischio, in prospettiva, di nuovi accantonamenti hanno fatto da detonatore a Piazza Affari.
Nel tentativo di fare un po' di chiarezza, al termine di un lunedì nero, è intervenuta la Consob con la richiesta alle banche di commentare l'interessamento della Bce sugli alti livelli di non performing loans detenuti dagli istituti di credito europei. Sotto la lente, hanno ammesso in serata, sono finiti Banco Popolare e la Bpm, candidati alle prime nozze tra popolari, Bper Mps e Carige e pure una delle big, Unicredit. Non hanno invece ricevuto richieste da Francoforte Ubi, Intesa, Mediobanca, Credem e Popolare di Sondrio.
Gli istituti finiti nel mirino saranno soggetti, in questo mese e nel prossimo, ad attività di valutazione e indagini conoscitive su "strategia, governo, processi e metodologia adottati in ambito non performing loans" è la formula comune.