"Temo gli stupri". Così ha commentato il grottesco episodio la sessantenne rimasta prigioniera di una cintura di castità. La donna mercoledì, disperata, era stata costretta a recarsi al comando provinciale dei vigili del fuoco di Padova per essere liberata. Era rimasta prigioniera del marchingegno costruito da lei stessa usando, come riporta il Gazzettino, un guanto da macellaio in maglia metallica e un lucchetto. Ma aveva dimenticato la combinazione.
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